Nuova Statale 16, da Roma arriva il via libera per l’impatto ambientale. Ma ora servono i fondi: 264 milioni di euro. Che qualcosa stesse bollendo in pentola, ce lo aveva anticipato Alberto Rossini, dirigente della Provincia, qualche settimana fa a proposito degli interventi sulla Ss16 nel tratto riminese: “stiamo attenendo notizie a breve, ma sull’intero percordo”. Notizie che sono arrivate nei giorni scorsi con l’annuncio della firma da parte del Ministero dell’Ambiente e Beni Culturali dell’approvazione di impatto ambientale della variante alla Statale, da Bellaria a Misano. “Un tratto di strada – ricordano da Corso d’Augusto – che sopporta fino a 32.365 auto in un giorno di novembre, in presenza di manifestazioni fieristiche e ben 35.466 durante un sabato di agosto mentre il traffico in un giorno feriale medio conta dalle 11mila alle 14mila auto a seconda del luogo di misurazione. Traffico che porta l’indice di mortalità costantemente ad essere il più alto della media nazionale”. Il progetto della nuova Ss16 è articolato su quattro lotti: da Bellaria alla via Emilia; dalla via Emilia a Rimini sud; da Rimini Sud a Riccione e da Riccione a Misano. Il tracciato, salvo alcuni brevi tratti, corre parallelo all’autostrada. In alcuni punti addirittura avviene uno scambio di carreggiata tra l’attuale A14 e la nuova Ss16, già definiti e concordati tra Anas e Autostrade per l’Italia e riguardano il tratto all’altezza di Covignano, a Rimini, un breve tratto a Montelabbate e la Galleria di Scacciano, tra Riccione e Misano. Ciò è particolarmente importante perché alcune parti di nuova Adriatica sono già state realizzate con i lavori per la terza corsia.
“Finalmente oggi arriva il via libera a un progetto nato addirittura a fine anni Ottanta che nel corso della sua vita ha incontrato mille difficoltà. Sicuramente sappiamo che la battaglia non è ancora vinta perché ora inizia il lavoro per il recupero dei 264 milioni necessari per l’intera opera. Ma la realizzazione della nuova statale Adriatica costituisce l’occasione per ripensare alla radice l’intero sistema della mobilità nel nostro territorio in quanto permette di allontanare il traffico dalle aree più urbanizzate, di aumentare le corsie preferenziali per il trasporto pubblico e di pedonalizzare da nord a sud i lungomari, offrendo la possibilità di riqualificazione turistica e di maggiore sostenibilità ambientale”.
Francesco Barone