Speriamo che gli irlandesi non siano troppo superstiziosi. La prima festa ufficiale che Rimini ha dedicato loro, nelle giornate a ridosso di San Patrizio, è infatti coincisa con la storica sconfitta patita per mano dall’Italia dalla loro nazionale di rugby, lassù sport nazionale come e più del calcio. Ma del resto Rimini con le isole britanniche non ha mai avuto troppo feeling.
Tra i motivi principali, la facilità con cui possono raggiungere la Spagna, Ibiza in primis, dove sono soliti far baldoria per i bank holidays, antiche festività legate a particolari giorni di chiusura delle banche. Niente a che vedere coi tortuosi collegamenti per la Riviera. Una dozzina d’anni fa qualcuno annunciò un progetto per legare Rimini e Londra, capitali del trend, e pochi mesi dopo la Ryanair bidonò Rimini, per poi tornare e ridire di nuovo bye bye. Britannici se ne vedono solo per le gare delle loro nazionali a San Marino. Tanto che oggi che arriva la nazionale inglese per le qualificazioni ai mondiali, Riccione sottolinea con orgoglio di essere sede del ritiro, quasi a rifarsi della ruota scippata, ma tra la toccata e fuga e la conquista del mercato ce ne passa. E pensare che siamo tanto pronti a riempirci la bocca di termini inglesi (target, mission, brand) quando di tedesco o russo, per dire, non diciamo quasi niente. Angolfoni o anglofili? Questo, direbbe un loro drammaturgo di successo, è il dilemma.