Con una partita allucinante, i Crabs dicono subito addio ad una possibile quarta vittoria consecutiva e molto probabilmente ai sogni play off. E solo con i secondi venti minuti, i biancorossi riescono ad addolcire l’amara pillola della sconfitta. Le cifre giustificano questo commento. Un esempio? Nei primi dieci minuti i “granchietti” hanno tirato tredici volte, con un 2 su 12 da due punti (17 per cento!) e un uno su sedici (17 per cento!) da tre. Nel secondo quarto c’è il 50 per cento nei tiri da due punti mentre dalla lunga distanza non si sbaglia per la semplice ragione che non si tira. Con queste premesse era inutile sperare di cambiare le carte in tavola anche perché il Montegranaro aveva chiuso con un eloquente +17, frutto di un buon 60 per cento nei tiri da due e di un eccellente 54 per cento in quelli da tre, sette su tredici per la precisione. Alla ripresa del gioco, i padroni di casa hanno avuto una prevedibile reazione che non si è concretizzata: la rimonta sarebbe stata tale solo se i biancorossi non avessero fatto più errori, cosa che non si è verificata. In questa giornata storta, c’è però da sottolineare la buona volontà di tutti i giocatori che non si sono mai arresi e questo fa ben sperare per il rush finale. I soliti tre, Federico Tassinari, Riccardo Silvestrini e Michele Squeo (nella foto), sono stati i migliori, il guaio è che il contributo degli altri compagni è stato misero. Con l’aggravante che non sono mai usciti da un’abulia a volte irritante. Archiviata la sconfitta (58-66), il calendario propone ai Crabs la trasferta di Civitanova, attualmente sulla scomodissima penultima poltrona in classifica. In realtà, il viaggio in terra marchigiana non si terrà domenica prossima, ma il 24: il campionato osserva un turno di riposo. Battere la Naturino significherebbe affrontare le ultime gare con l’animo più sereno. Nel motore i Crabs avranno un Pablo Gamalieri in più. La guardia italo-argentina del ’93, finora in Austria, ha ottenuto il via libera dalla Federazione ed ora potrà dare il suo apporto ai granchi.
Pier Luigi Celli