“Benedetto XVI era talmente sereno che mi ha confortato, ci ha confortati, e lo ha fatto in tutte le lingue del mondo”. Alessandro Garattoni è uno dei tanti riminesi presenti in piazza San Pietro per l’ultima udienza di Papa Benedetto. Insieme alla moglie Monica Caiulo, ha messo la sveglia alle 4 del mattino per partire da Villa Verucchio e raggiungere la città eterna in tempo utile.
C’è un appuntamento con la storia al quale non vuole mancare. Strada facendo, Alessandro e Monica insieme ad un altro villaverucchiese, Marco Maresi, si sono accodati ad altri amici di Comunione e Liberazione, almeno una quindicina di auto che si sono sciroppate i 375 km che separano la riviera da Roma. Alle 10 il drappello dei riminesi sostava emozionato in piazza San Pietro e senza incontrare alcun disagio.
Una giornata meravigliosa ha accolto la folla di pellegrini che si è radunata per l’ultima udienza del Pontefice. Benedetto XVI alle 10.30 ha circumnavigato San Pietro in papamobile. “Ha ringraziato anche per questa splendida giornata e ha ribadito di averci tutti affidati a Gesù fin dal primo giorno: la Chiesa è nelle mani del Signore”. Per Alessandro si è trattato di un incontro con un padre. “La lettura di San Paolo parlava di una barca e di una navigazione che il Santo Padre ha paragonato alla sua vita e alla vita della Chiesa, ribadendo la totale appartenenza a Gesù” rilancia Monica.
Il giorno di ferie nel bel mezzo di una settimana lavorativa intensa? Marco Maresi ha “salutato” per 24 ore la ditta di allestimenti fieristici per la quale opera ed è partito da Villa Verucchio alla volta di Roma.
“Una decisione presa senza esitazione”. E il “risultato” gli ha dato ragione. “Il desiderio è stato quello di poter rivedere ed abbracciare un uomo che in questi anni di pontificato è stato per me in tante occasioni la possibilità di riaffermare che «a nulla fuorchè a Gesù il cristiano è attaccato». Guardare a lui in questi anni è stato guardare alla testimonianza di questo”. E pensare che anche Marco, come tanti altri cristiani, al gesto di Benedetto XVI di rinunciare al soglio petrino era rimasto turbato. “Dopo qualche minuto in cui ho cercato di dare «spiegazioni mie» al gesto, la risposta più plausibile ed evidente che mi si è palesata è stata quella di un ulteriore gesto di affezione a Gesù e alla Chiesa, il ribadire il suo attaccamento e la sua sequela a Questo Qualcosa d’Altro che lo ha preso”. Insomma Benedetto XVI è stato “un uomo che in modo radicale ha saputo mostrarmi l’attualità di Cristo oggi”.
Ad accompagnare Marco doveva esserci la moglie Anna Giardini, che la sera precedente ha dovuto alzare bandiera bianca. Così la figlia Marta, che proprio il 27 febbraio ha compiuto il suo quindicesimo compleanno, ha chiesto senza esitazione di poter accompagnare il padre. “Penso sia un compleanno che ricorderà…”.
Stefano Giunta a Roma ci è arrivato in treno già martedì, ha dormito a casa di parenti per presentarsi in orario in piazza San Pietro: c’era anche lui a “riabbracciare il papa ancora una volta” insieme agli amici riminesi e ai fedeli giunti in ordine sparso da Montescudo e Riccione.
Tra i tanti riminesi nel popolo del Papa, c’era pure Paolo Facciotto, cronista de La Voce. “Nelle ultime parole da Papa di Benedetto XVI ho trovato la conferma dei suoi insegnamenti. Il cristianesimo non è un pensiero ma un fatto presente in una Persona che ti colpisce. Il cristianesimo è una Persona che ti ama”.
Anche don Roberto Battaglia ha risposto “presente” all’appuntamento in piazza San Pietro, circondato da diversi suoi parrocchiani di Montescudo immersi nell’atmosfera incredibilmente gioiosa di piazza San Pietro. Alle 5 del mattino il drappello aveva già risposto presente di fronte alla Basilica. “Nell’incontro con il Papa ha dominato la certezza, la certezza di quest’uomo così pieno di Cristo da trascinare tutti. Il Papa non è solo”. Il sole, i colori della piazza, la certezza di vivere un momento storico: tante le emozioni che Carlo Guiducci ha sentito emergere nel cuore. “Vedere la forza immensa sprigionata da quest’uomo, è stata una commozione immensa. – è il suo commento – Mi sono arricchito dopo aver ascoltato le sue parole”.
Con il cuore colmo di gioia son tornati anche i quarantaquattro fedeli di Riccione, in rappresentanza delle parrocchie Stella Maris, San Lorenzo e San Martino. Alla guida dei riccionesi c’era don Concetto Reveruzzi. “Con l’ultima udienza il Santo Padre ci ha lasciato un grande segno di speranza. – le parole del parroco di Stella Maris sintetizzano un po’ i sentimenti di tutti i parrocchiani – Ho avvertito una grande serenità. Una giornata indimenticabile”. Altro che addio.
Paolo Guiducci / Nives Concolino