La notizia, nel turbinio elettorale, da noi è passata sotto silenzio. Eppure è stata diffusa proprio in concomitanza del Rhex in fiera a Rimini nei giorni scorsi. Il 5 Stelle è marchio vincente in politica, ma in crisi nel turismo: nel 2012 infatti in Italia sono calate le presenze negli hotel medio-alti mentre gli hotel economici hanno registrato un +10%. “L’hotel brilla con meno stelle”, titolava un ampio servizio sulla Stampa. Effetto in primis della crisi, certo, ma immagino il sussulto d’orgoglio di tutti i due stelle del Paese che qualcuno voleva già sul viale del tramonto. Negli anni scorsi, infatti, si respirava un po’ l’impressione che l’hotel del terzo millennio dovesse per forza essere un’opera di architettura concettuale con fiori di loto nella jacuzzi e il rumore nelle onde del mare in filodiffusione. Giusto che ci sia anche questa fascia, per carità, come è giusto che certi alberghi sotto il livello di dignità, sovente gestiti in affitto, escano presto dal mercato. Ma l’hotel proletario che ha fatto la storia e la fortuna della nostra Riviera è vivo più che mai mentre l’albergo d’elite deve inventarsi nuove strategie, tipo offrire i fine settimana su Groupon. Col risultato che la classe operaia, ovviamente quella che ancora il lavoro ce l’ha, magari si fa tre giorni nel cinque stelle con la spa mentre la media borghesia se vuol farsi una settimana di vacanza deve abbassare le pretese. E alla fine stanno bene tutti e due, perché il risottino di mare della signora Maria val bene una junior suite con interior design contemporaneo.