Qualche taglio qua e là è stato fatto, anche se ci vorrà ancora molto tempo prima che quelle poltrone luccicanti perdano appeal. Le società a partecipazione pubblica “regalano” consigli d’amministrazione corposi e, in molti casi, anche gettoni che rappresentano un ottimo integratore di stipendio. Che siano Spa, Srl, Consorzi o Cooperative, una cosa è certa: il finanziamento di questo “carrozzone” – con un notevole esborso per le casse pubbliche – resta un fardello pesante da sostenere in tempi di austerity. Le amministrazioni pubbliche riminesi ne sanno qualcosa e negli ultimi anni hanno cominciato a metterci qualche colpo di scure. Ma a guardare i dati relativi ai trasferimenti e ai compensi, si tratta ancora di cifre stratosferiche.
A darci sicuramente un taglio è stata la Provincia. L’Ente di Corso d’Augusto contribuisce oggi al finanziamento di 18 società (di cui 6 minori). Rispetto al 2007 quando le partecipazioni erano 22 – per una spesa complessiva di 35 milioni di euro – il numero quindi è sceso lasciando le quote meno importanti ma anche più piccole come peso economico. Del resto il presidente Stefano Vitali l’ha ribadito fin dall’inizio del mandato: “In una fase economicamente complessa per gli enti locali – aveva già detto su queste pagine – ogni risorsa è ancora più preziosa e i soggetti che investono hanno l’obbligo e il dovere che essa sia utilizzata al massimo del potenziale, senza perdersi in operazioni non prioritarie o, peggio, sprechi”.
Oggi la Provincia – per fare gli esempi più significativi – investe più di 16 milioni di euro in Rimini Congressi Srl (33,3%, un terzo distribuito in parti uguali con Camera di Commercio e Comune di Rimini), oltre 9 milioni in Romagna Acque (2,5%) e circa 3,7 milioni in Rimini Fiera Spa (8,9%). In discesa la quota in Aeradria passata da 4,7 milioni a 1.183.245.
Spara più in alto il Comune di Rimini<+testo_band> che tra le sue partecipate dirette e quelle delegate alla controllata Rimini Holding, “mette lo zampino” in 22 società. Sette le partecipazioni dirette per un esborso totale di quasi 110 milioni di euro. Di questi, 100 milioni vanno proprio a Rimini Holding e più di 9 milioni a Agenzia Mobilità. Rimini Holding invece partecipa a 15 società per una spesa superiore ai 156 milioni: in testa svetta Romagna Acque (44,8 milioni), seguono Amir (37,2) e Hera (24). Molto distanziate le altre. Vanno attribuite all’attuale amministrazione la decisione di ridurre il compenso degli amministratori di Rimini Holding e delle 5 società controllate (Amir, Anthea, Caar, Rimini Reservation e Servizi Città), la sostituzione dei CdA di Amir e Anthea con un amministratore unico e la proposta – accolta – di ridurre i compensi del collegio sindacale di Romagna Acque. Per un risparmio sulle casse comunali, precisa l’assessore Gian Luca Brasini, di oltre 70mila euro. La strada da fare, però, è lunga e tortuosa. E le polemiche non mancano. Basti pensare al caso Itinera sollevato di recente dal consigliere Pdl Giuliana Moretti. In questa società, nata come centro internazionale di studi turistici, il Comune investe 13,8 milioni di euro. Il problema è che gli ultimi anni non hanno navigato in buone acque. E per giunta, accusa la Moretti, “mentre i soci privati si sono defilati, le quote del Comune sono salite dal 69 all’80%”. L’assessore Brasini ha subito respinto al mittente l’accusa di mantenere un ente inutile. Sottolineando il risparmio. Un esempio? Se l’ex presidente Francesco Sberlati si portava a casa 36mila euro lordi l’anno, l’attuale numero uno, Fabio Mazzotti, non prende alcun compenso come tutti gli altri membri del CdA.
Anche Riccione segue la strada del risparmio. Le partecipazioni comunali sono 13 (più altre 11 indirette), due in meno rispetto alla nostra precedente rilevazione datata febbraio 2011. La principale novità è lo scioglimento di Palariccione Spa (in cui la quota del Comune era di oltre 3 milioni di euro) con la conseguente nascita della New Palariccione Srl (ma con lo stesso presidente, Lucio Berardi) che però riguarda solo la proprietà del palacongressi. Per la gestione la partita è ancora tutta da giocare. Berardi sottolinea la “cura dimagrante”: da 13 consiglieri si è scesi a 4 “con un risparmio di oltre il 50%”. Resta il fatto che il Comune si è accollato (per un valore immobiliare di 31,5 milioni) un debito di 26.
Per quanto riguarda le altre partecipazioni, una bella fetta va a Sis Spa (16,8 milioni), più di 7 milioni a Geat (di cui il Comune detiene il 98%) e 1.707.000 euro a Farmacie comunali.
Quattordici società partecipate dirette invece per Santarcangelo dove Romagna Acque fa ancora la parte del leone con ben 5.877.831 euro. Seguono Amir (4.074.434) e Hera (3.143.315). Di oltre 14 milioni di euro la spesa complessiva contro i 18 circa di qualche anno fa.
Concludiamo la carrellata con Bellaria Igea Marina che vanta – anche lei – 14 partecipazioni dirette per un totale di 11 milioni.
Alessandra Leardini