Residenti della zona Ca’ Baldacci e assessore Visintin, secondo round. Dopo il fallito incontro di martedì 22 gennaio, mercoledì l’assessore all’Ambiente, insieme a quello provinciale, Stefania Sabba, e ai tecnici di Hera e Arpa ci ha riprovato e ha chiesto un’assemblea pubblica per cercare di chiarire la questione del biodigestore.
Assessore, di che tipo d’impianto stiamo parlando?
“Quella di Ca’ Baldacci, in realtà, è una variazione d’impianto. Cambia la modalità. Prima veniva raccolto il rifiuto organico e smaltito all’aperto, ora tutto il processo avviene all’interno di celle chiuse. Inoltre, attraverso il nuovo procedimento, viene prodotta energia e il sistema si autoalimenta. Anzi, l’energia in eccesso viene rimessa in rete”.
I residenti lamentano possibili problemi di odore legati al procedimento e anche di scarico dovuti all’aumento di camion.
“Le sostanze odorigene si producono nella prima fermentazione, quando si porta il materiale organico e c’è l’avvio al compostaggio. Ora anche questa fase avviene completamente al chiuso, in modo da abbattere i problemi relativi alle sostanze stesse. Per quanto riguarda la presenza dei camion, voglio specificare che non varia la quantità di rifiuto processata rispetto a quelli che erano i precedenti piani di quantità. Cambia il sistema di digestione del compost, prima all’aperto e ora al chiuso, non la quantità”.
Quindi non c’è nessun problema per la salute dei cittadini?
“Tutto il sistema sarà monitorato dai tecnici Arpa anche durante il funzionamento, sia per gli odori sia per altri problemi. È vero che il Sindaco ha la delega alla Sanità, ma può emettere un’ordinanza qualora Arpa e altri organi preposti al controllo evidenzino una criticità. Mi preme sottolineare che prima sì che c’era un problema di discarica. Quello che è stato fatto, invece, è un investimento migliorativo. Non ci sono variazioni di sorta se non di chiusura dell’impianto, in modo che tutta la lavorazione ora è fatta al chiuso. Quello che avviene nel biodigestore è un’opera di recupero di materia. Non è un inceneritore.
Ho visto che tra il materiale presentato dal Comitato c’è anche della documentazione sul pericolo botulismo. Al riguardo vengono portati degli esempi di centrali a biogas tedesche. Il processo di compostaggio della struttura di Ca’ Baldacci è fatto a temperatura elevata e quindi c’è un processo di igienizzazione del materiale. C’è una decomposizione della materia e nessun rischio botulino. Gli esempi portati riguardano altre realtà, non si possono fare comparazioni. Inoltre, come ho già detto, ci saranno dei controlli periodici. Da questo punto di vista escludiamo tranquillamente il pericolo per il sistema di lavorazione di Ca’ Baldacci”.
E riguardo all’impatto ambientale? Alla presenza di agriturismi?
“L’intervento fatto è già migliorativo in quel senso, ma siamo disponibili ad ulteriori mitigazioni e altre coperture per migliorare l’aspetto estetico dell’impianto”.
Stefano Rossini