L’opera d’arte non colpisce solo gli occhi, e non interessa solo il sentimento, ma possiede un suo linguaggio e attraverso occhi e sentimento parla allo spettatore. Insomma, è una finestra attraverso la quale osservare il mondo. È con questo spirito che la Fondazione Carim mette in campo la terza edizione de “I Maestri e il Tempo”, dal titolo “Arte e pensiero a Rimini, tra l’Europa e l’Oriente”. A curarla c’è ancora Alessandro Giovanardi, il critico e storico d’arte referente culturale della Fondazione. Il ciclo 2013 si snoda attraverso undici appuntamenti, undici conversazioni che vedranno altrettanto nobili interpreti accompagnare i riminesi in undici tappe dall’arte gotica alla Rinascenza, dall’età del manierismo al Barocco, dalle coste adriatiche al mondo bizantino, musulmano, indobuddhista.
“Si tratta di grandi maestri della storia dell’arte – come Carlo Ginzburg e Salvatore Settis – che dialogheranno con l’erudito riminese Augusto Campana, loro maestro alla Scuola Normale; e delle nuove generazioni di giovani ma affermatissimi storici dell’arte (e polemisti sulle pagine culturali dei quotidani) come Tomaso Montanari (41 anni) e Giovanni Carlo Federico Villa (40 anni)” spiega Giovanardi. È stato proprio lo storico d’arte riminese, docente all’Istituto Superiore di Scienze Religiose “A. Marvelli” ad aprire l’edizione 2013 de “I Maestri e il Tempo” intervenendo venerdì scorso su “Il giardino mistico. Simboli e arcani nel gotico emiliano-romagnolo”. Dalla Madonna della Pera di Paolo Veneziano alla Crocifissione di Bitino fino alla Madonna di Roncofreddo, un excursus sulle varie forme di alberi e frutti presenti nella pittura di una terra.
La meritevole operazione della Fondazione di mediare la cultura “alta”, scientificamente comprovata, con la cultura più “diffusa”, proseguirà negli incontri successivi, a distanza di circa quindici giorni l’uno dall’altro. Trattando ad esempio l’immagine e il sacro nella Controriforma, con gli interventi dell’assessore alla Cultura di Rimini Massimo Pulini il 1 febbraio: “I sensi della pittura. Guercino e il teatro degli affetti”; di Tomaso Montanari (“Figure dell’estasi”, un confronto serrato tra il “riminese” Guido Cagnacci e Gian Lorenzo Bernini previsto il 15 marzo); del prof. Pier Giorgio Pasini che il 1 marzo reinterpreterà il riminese Arrigoni, delicato epigono del Barocci; e di Andrea Emiliani, che chiuderà il ciclo con una conferenza su Federico Barocci e il Francescanesimo nella Controriforma, proprio alla vigilia della grande mostra urbinate dedicata al pittore che molto ha influenzato il manierismo romagnolo. In mezzo, si volgeranno “Verso Oriente” Giovanni Carlo Federico Villa (22 marzo), illustrando i rapporti tra la bottega veneziana dei Bellini (da cui è uscita la splendida Pietà riminese) e Costantinopoli, all’incrocio tra Bisanzio e l’Islam; e Chiara Bellini (19 aprile) che attraverso la figura dell’erudito romagnolo Agostino Giorgi illustrerà l’arte e la simbologia del buddhismo tibetano, del quale nel Settecento Giorgi realizzò il primo alfabeto.
“Anche nelle attuali ristrettezze economiche, la Fondazione intende rispondere alla domanda diffusa di riflessione, di conoscenza, di approfondimento” è il Massimo Pasquinelli pensiero, presidente della Fondazione. Una riprova è l’altissima affluenza di pubblico ai pomeriggi dei “Maestri”: oltre 2.500 presenze lo scorso anno, tutte le sedie della sala occupate e spettatori in piedi (con una significativa presenza di giovani), nel corridoio e in sala d’aspetto dove sono stati pure allestiti televisori per consentire la visione degli incontri. Per ampliare la capienza, e magari ricavare altri contenitori, la Fondazione pensa al recupero degli spazi ex Corit (in condominio con la Cassa di Risparmio di Rimini). Due le direzioni: l’abbattimento delle barriere architettoniche all’ingresso, e il ripristino del salone ex Corit. In attesa degli interventi e di nuove sale (buone anche per allestire piccole esposizioni), parte il terzo ciclo dei “Maestri”, con meno di 20mila euro. “È un investimento sociale, – lo definisce argutamente Pasquinelli – un intervento culturale che non si risolve estemporaneamente in un evento o una giornata, ma dialoghi circolari che necessitano comunque di stratificarsi e di sedimentare nella vita del territorio”. Perché dunque non pensare agli Atti di questi cicli di incontri? “È un cruccio al quale intendiamo ovviare” ammette Pasquinelli. Per non disperdere questo patrimonio, è stato stretto un accordo con IcaroTv: registrerà tutti gli appuntamenti e manderà in onda l’integrale degli incontri. Per non perdere le possibilità di lettura che legano Rimini e la Romagna, la loro storia, il loro paesaggio spirituale alla grande cultura nazionale e internazionale.
Paolo Guiducci