Una volta assaggiato non puoi più farne a meno. E anche gli amici che vengono a cena ti chiederanno dove hai trovato questa meraviglia di sapori. Ci sono ancora prodotti della terra che sanno di buono, pomodori che sanno di pomodoro. Oggi come oggi è una conquista. I prodotti biologici non mentono sul luogo di provenienza, non spuntano a tradimento fuori stagione e, soprattutto, difendono il made in Italy dall’agro-pirateria che costa all’Italia 60 miliardi di euro all’anno.
Il settore è in espansione ed esporta all’estero (Europa, USA e Giappone) oltre un terzo della produzione. E nella nostra provincia? Le aziende certificate sono 136 (dato 2011), il 5% del totale delle aziende agricole riminesi (4.444). “Se si considera che la media regionale è del 3,7%, Rimini mostra un’incidenza bio più elevata” fa notare dall’Ufficio Agricoltura della Provincia Sauro Sarti. Come afferma Giorgio Ricci, responsabile servizi di Coldiretti Rimini, le aziende bio sono in aumento. Eppure il disciplinare è rigido e selettivo.
“Gli organismi di controllo (enti privati) autorizzati dal Ministero Politiche Agricole ai quali la legge affida il compito di verificare il rispetto dei regolamenti, effettuano ispezioni presso le aziende con cadenza almeno annuale – spiega Ricci – L’ispezione consiste in un sopralluogo di un incaricato che controlla il rispetto delle normative, la tenuta dei registri e, in presenza di sospette violazioni, preleva campioni da fare analizzare in laboratorio”.
C’è richiesta oppure, per via dei prezzi un po’ più alti, il mercato è saturo?
“Il maggior costo è dovuto ad una minore produzione e per alcuni aspetti può essere considerato un modello di sviluppo alternativo. Biologico è sinonimo di salubrità, gusto e qualità, per questo è ricercato. L’agricoltura bio si basa su sistemi estensivi, sostanze e metodi naturali che preservano l’acqua, il suolo, la biodiversità, il paesaggio e tutte le risorse naturali. L’allevamento viene praticato nel rispetto del benessere animale, favorendo il pascolo. Quest’attenzione si traduce nel benessere per i consumatori che, scegliendo il bio, possono nutrirsi di alimenti sicuri e certificati, privi di residui chimici, OGM free e ricchi di antiossidanti”.
“Le superfici bio sono aumentate perché le aziende hanno accesso ai contributi comunitari – aggiunge il responsabile di Confagricoltura Rimini Roberto Bacchini -. Negli ultimi anni c’era stata una flessione. In seguito al nuovo Piano di Sviluppo Rurale regionale, si è notato un lieve aumento nel vitivinicolo: le aziende sono più interessate al marchio sul prodotto finale, mentre prima era ristretto alle sole uve”.
Laura Carboni Prelati