Certe sostanze immonde nel mare non ci devono più andare: a Rimini ne sono tutti consapevoli. Lo fossero stati anche qualche lustro fa, magari oggi non ci si ritroverebbe incartati in soluzioni complesse e costose. C’è però un’altra tipologia delle sostanze di cui sopra, di diversa provenienza, che affligge la spiaggia riminese. Passeggiando in inverno sul bagnasciuga guai a lasciarsi troppo affascinare dal paesaggio del mare invernale perché va fatta grande attenzione a dove si mettono i piedi. Ci sono tratti in cui, a occhio (che a naso non è proprio il caso) di lordure canine se ne incontra una ogni cinquanta metri. Anche d’inverno, certo, può capitare che la roba di cui sopra venga scaricata in mare, ma visto che l’evenienza non viene resa nota, come invece avviene in estate, almeno per un po’ possiamo illuderci di dimenticare l’annoso problema. E invece quella roba ce la ritroviamo a pochi centimetri dal mare. Cambia il produttore ma l’effetto è sempre sgradevole. E anche metaforicamente inquietante: in natura, come noto, i territori non vengono mai segnati a caso e l’impressione è che, di là di quel sentiero inverecondamente segnato, l’istinto dei cani abbia definito un territorio che non è il match music, che stava in spiaggia pure quello, ma di emme purtroppo ne comprende.