Luigi Einaudi scrisse che le imposte dei cittadini forniscono alla collettività i beni comuni della sicurezza sociale e dell’istruzione. Ce ne dimentichiamo spesso. Peggio dell’evasione fiscale, è la malavita organizzata. Un recente saggio di Giovanni Tizian (Micromega 8/2012) si riassume con il sottotitolo: “Arrivano in terre insospettabili e iniziano a fare affari. Comprano esercizi commerciali e imprese, partecipano alle gare d’appalto. Si infiltrano”. Un capitolo ci riguarda: ”Emilia felix, tra incendi e collusioni”.
Le cronache politiche negli ultimi mesi non hanno parlato molto di questo secondo argomento, e non hanno esaminato la questione delle spese militari nel nostro Paese. Giulio Tremonti ha accusato l’attuale governo di comperare dalla Germania due sommergibili al costo totale di due miliardi di euro. Francesco Grignetti (La Stampa, 11.1) lo ha corretto: fu il governo Berlusconi nel 1994 e nel 1996 ad ordinare i sommergibili. Quando Tremonti era ministro dell’Economia, nel 2009 avvenne il taglio della prima lamiera.
La scorsa estate il Washington Post definiva l’Italia la malata d’Europa per colpa di guasti storici come l’evasione fiscale record, la mancanza di spirito civico, il nepotismo che esclude la meritocrazia. Gli stessi Stati Uniti, che attribuivano al Vecchio Continente le colpe della loro crisi, adesso si stanno accorgendo di avere sulla coscienza qualche peccato. Francesco Guerrera, giornalista economico negli Usa, annota: economisti delle grandi università e banchieri di Wall Street sanno che non torneranno più i grandi spendaccioni del pre-crisi, ma “lo sussurrano senza ammetterlo pubblicamente” (La Stampa, 17.12). Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, al CorSera (11.1) dichiara che è in atto “un contagio positivo”. Altre voci denunciano la situazione drammatica della disoccupazione. Barbara Spinelli (la Repubblica, 27.12) ha sottolineato come la questione sociale in Occidente sia oggi l’immagine di una concezione tragica della Storia, non il frutto di singole posizioni partitiche.
A Cannes (4.11.2011) il presidente Berlusconi aveva garantito: siamo un Paese benestante. “È sempre colpa degli altri” scrive oggi Luigi La Spina (La Stampa, 12.1). I giochi finanziari però ci hanno ”despreadati”. In Europa tiriamo la cinghia, mentre in Usa spiegano che è la politica sbagliata, osserva Federico Rampini (la Repubblica, 11.1), anche se nessuno accetta di prenderne atto.
[1111]
Antonio Montanari