Nel centrale viale Principe Amedeo, che dal grattacielo punta verso il mare, la chiesa di San Girolamo è portatrice discreta di quei due volti che caratterizzano questa porzione di Rimini: il volto estivo affollato e rumoroso e quello invernale, più silenzioso e “riflessivo”. Una parrocchia di “passaggio” per tanti turisti estivi, una casa accogliente e serena per gli abitanti invernali.
Ma è dalla viva voce di chi abita questo territorio che abbiamo testimonianza autorevole.
Ci conferma Luigi: “La parrocchia è in una zona turistica ed è fortemente influenzata sia dall’economia che dalla cultura turistica. A livello demografico mi sembra in crescita e negli ultimi 15 anni è aumentata la presenza di famiglie giovani con bambini”.
Naturalmente anche il parroco, don Renato Bartoli, ha una conoscenza puntuale della sua parrocchia: “Accanto ad edifici residenziali di pregio (ville, condomini di lusso) si trovano palazzi e case molto modeste, grandi alberghi e molti appartamenti solo estivi, appartamenti per studenti e per immigrati (molte badanti). Purtroppo non abbiamo strumenti in atto per un rilevamento esatto degli abitanti del territorio se non l’occasione delle Benedizioni Pasquali, ma molte persone non sono presenti quando passa il parroco o non si lasciano avvicinare”.
Don Renato, parroco a San Girolamo dal 1999, conosce ormai bene i suoi parrocchiani, quelli invernali, ed ha saputo raccogliere attorno a sé preziosi collaboratori. Anche in questa nostra conversazione ci aiutano a fare il punto della situazione, anche se non potremo ospitarli tutti.
E cominciamo da una sguardo d’insieme, sul clima generale di partecipazione e di fraternità.
“Il clima spirituale – apre don Renato – è orientato a far vivere l’esperienza cristiana con maggiore convinzione personale, in un contesto di tradizione cattolica sempre più labile. Inoltre viviamo il passaggio da una parrocchia nata come turistica ad una parrocchia con una componente più tradizionale. Questo si è manifestato soprattutto dal 2003 con l’accoglienza della parte di parrocchia che apparteneva a San Nicolò, con l’impegno a far sentire in casa propria anche i nuovi aggiunti, rendendoli partecipi e protagonisti della vita parrocchiale”.
“Direi che è un clima spirituale controllato, perbene – completa Maria Cecilia – un poco ingessato, da cui non si è certo travolti, ma sicuramente invitati e sollecitati, con discrezione ma anche incisivamente, a prendervi parte e farsi partecipi; aiutati dalle celebrazioni eucaristiche festive e feriali e dalle innumerevoli proposte di incontri. Per me è casa di famiglia, luogo stabile di accoglienza e discernimento”.
Ma il clima spirituale non lo si alimenta solo col centro parrocchiale: è necessaria una vasta azione pastorale su tutto il territorio. Come raggiungete le famiglie nelle loro case?
“Prima di tutto – precisa il parroco – con la tradizionale visita annuale (casa per casa) per la Benedizione pasquale. La visita è occasione per la conoscenza del territorio, della situazione delle famiglie e per celebrare il rito di Benedizione ove è possibile. L’esito è l’avvicinarsi di nuove persone alla vita parrocchiale, tramite l’incontro con il parroco. Anche il giornalino parrocchiale è un modo di interagire con le persone del territorio”.
“Io aggiungerei anche i Centri di ascolto del Vangelo – interviene Valentina -, partiti in seguito alla Missione diocesana del popolo al popolo. Sicuramente hanno contribuito ad aumentare la conoscenza, l’apertura e la condivisione, ad esempio con gli abitanti del proprio condominio o del vicinato. Purtroppo però non sono molto numerosi e non hanno sempre quella continuità necessaria per essere pastoralmente incisivi”.
“A me pare – interviene anche Costantino – che la visita annuale a tutte le famiglie sia molto utile per mostrare almeno che la parrocchia c’è e si preoccupa di conoscere le situazioni dei suoi parrocchiani”.
Luigi apre anche il discorso sui “lontani”: “Ogni tanto viene proposto il tema dell’annuncio a chi non frequenta la parrocchia; il tema è sentito, ma si fatica a trovare delle iniziative condivise e strutturate. La parrocchia ha iniziative come il cinema parrocchiale estivo o la cena condivisa, che hanno lo scopo di stimolare la presenza di persone anche al di fuori delle celebrazioni. In linea teorica penso che andrebbero incentivate iniziative simili per le famiglie dei bambini che frequentano il catechismo o per gli anziani”.
Sicuramente il tema del’evangelizzazione degli adulti, dei lontani, e della vicinanza alle famiglie è prioritario nella pastorale di oggi, ma non si può trascurare il cammino di Iniziazione Cristiana dei fanciulli e dei ragazzi.
“Uno dei punti di forza della catechesi della parrocchia – ci conferma Valentina – è, a mio avviso, la formazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, sia a livello di catechismo vero e proprio, che di coinvolgimento dell’assemblea liturgica nel loro percorso di crescita nella fede. Dallo scorso anno abbiamo intrapreso il nuovo percorso di iniziazione cristiana, proposto dalla Diocesi. Per ora questa esperienza è soddisfacente, ma di certo va costruita e pensata ex novo rispetto alle forme di catechismo precedenti.
Anche il Battesimo è molto curato, sia perché si cerca di formare un gruppo di giovani famiglie, sia perché si cerca di celebrare il Sacramento nell’Eucaristia domenicale. In ogni caso, i genitori e i loro figli vengono presentati alla comunità anche molto tempo prima del Battesimo.
Sarà necessario anche meglio definire le modalità del percorso dei ragazzi del post Cresima, dato che l’attività oratoriale, fino ad alcuni anni fa sostenuta dalla collaborazione dei genitori, oggi fatica ad avere continuità”.
Oggi catechesi e famiglia sono strettamente legate: l’una non avrebbe efficacia senza l’altra. Come curate la partecipazione delle famiglie e la loro formazione cristiana?
“Soprattutto – afferma il parroco – nella promozione del gruppo famiglie giovani, responsabilizzandoli nella vita parrocchiale e curando le famiglie dei bambini dell’Iniziazione Cristiana”.
“Forse – aggiunge Maria Cecilia – le famiglie giovani dimostrano più energia e disponibilità aggregativa delle famiglie più attempate. In parrocchia però ci sono proposte per tutte le famiglie”.
“C’è una discreta attenzione – riprende don Renato – anche per le famiglie cosiddette irregolari. Verso di loro cerchiamo di affermare la nostra accoglienza e disponibilità con il dialogo e coi necessari chiarimenti sulla dottrina e sulla prassi della Chiesa. All’argomento abbiamo dedicato alcuni incontri del Consiglio Pastorale con il diacono Cesare Giorgetti”.
Come in certe circostanze il trovarsi insieme a tavola fa sentire la famiglia unita, così una parrocchia si sente famiglia soprattutto la domenica, il giorno dell’incontro vivo con Dio e coi fratelli.
“L’Eucaristia domenicale – interviene Valentina – è senza dubbio il centro della vita della Chiesa e della nostra parrocchia. L’obiettivo è anzitutto garantire al più ampio numero di fedeli di potervi partecipare. A tale scopo, data anche la particolare vocazione turistica del territorio, si è cercato di differenziare gli orari delle S. Messe tra il periodo estivo e quello invernale. Inoltre, anche se con qualche difficoltà, si è voluto costituire e mantenere il gruppo liturgico: un manipolo di persone che concentrasse le proprie energie sull’organizzazione ottimale della liturgia eucaristica. Si è inoltre posta attenzione nell’assicurare lettori e ministri a tutte le celebrazioni comunitarie festive”.
“Inoltre – dice il parroco – per l’animazione della liturgia possiamo contare su due gruppi canori: il Coro San Girolamo, che compie quest’anno i suoi primi quarant’anni, e la Corale Note d’Argento, di più recente fondazione”.
Come accennava più sopra il Parroco, nel 2003 la parrocchia ha accorpato parte della parrocchia di San Nicolò, ma oggi, con la nuova mappatura delle Zone pastorali, le cose cambiano ancora.
“In effetti – conferma don Renato – abbiamo già cominciato a fare parte della Zona pastorale, denominata «Marina Centro», risultante dall’unione del Centro Storico con Marina Centro. Intanto dal 6 dicembre io ho traslocato e ho incominciato ad abitare con don Dino a San Nicolò”.
E dunque “anno nuovo, vita nuova” anche per questa parrocchia.
Egidio Brigliadori