“Cosa accade ai disabili dopo le scuole dell’obbligo, quando diventano adulti, cosa accadrà dopo di noi, chi si prenderà cura dei nostri figli?” si chiede con amore di mamma Gina Codovilli, mamma e insegnante riccionese. Una preoccupazione più che legittima, quella di un genitore per un figlio in cerca di futuro, specie se quel figlio necessita di uno squarcio d’affetto supplementare.
La scoperta arriva dopo dieci mesi. “Signora, suo figlio è un autistico non verbale”. Andrea, il terzo figlio, doveva essere una femmina che veniva a rallegrare una famiglia che aveva già accolto due bambini maschi. “Un’ecografia al settimo mese ha rivelato che si trattava di un maschio. Ho vissuto questa novità come se avessi perso la mia Giulia, che immaginavo bionda e con gli occhi azzurri”.
Due mesi dopo è nato Andrea, sano, bello e robusto. Nulla che facesse supporre la futura diagnosi. “Verso gli otto/dieci mesi, mi sono accorta che in Andrea c’era qualcosa di strano: non mi guardava negli occhi. Evitava il contatto visivo, sentivo di non poter comunicare con lui”. Autismo. “Trovato il termine sul vocabolario, sono piombata nella disperazione con tutta la famiglia”.
Il dolore, la disperazione, poi la luce. Gina Codovilli lo ha raccontato in un libro. “L’arrivo di Andrea mi ha sconvolto la vita facendomi riscoprire la fede”.
Il dolore si è trasformato in un cammino di amore fino alla riscoperta di Dio, complice un figlio “diversamente amabile”, tutto raccontato nel libro Il mio piccolo principe (Itaca edizioni).
Idroterapia, ippoterapia, pattini, bicicletta, immersioni nella vasca con i delfini, «comunicazione facilitata» con il computer, cure in Germania: per Andrea, oggi 25enne, è stato provato di tutto. Ha pronunciato solo quattro parole, ma è sempre andato a scuola. “Dal nido all’Istituto Alberghiero con inserimento in classe normale e il supporto di educatori e insegnanti di sostegno”. da tre anni Andrea è a casa: non ha trovato nulla di corrispondente.
La domanda dunque resta: “cosa accadrà dopo di noi, chi si prenderà cura dei nostri figli?”. L’interrogativo di Gina (e di tante mamme e papà nella sua situazione) ha trovato una corrispondenza nel sindaco di Coriano, Mimma Spinelli e nell’incontro, tanto casuale quanto prodigo di conseguenze, con Giorgio Grassi, imprenditore della Grabo di Coriano. Il pubblico, il privato e la famiglia: l’alleanza è decisiva. Coriano diventa comune capofila di una politica del cuore e coinvolge i cugini di Misano Adriatico e Riccione in un’azione a misura d’uomo. Tre autistici di grado diverso, verranno inseriti nell’azienda Grabo, dietro naturale compenso. L’Ausl ci mette gli educatori, che invece di seguire i ragazzi a casa li sostengono sul posto di lavoro. Il progetto spiccherà il volo a gennaio. “Finalmente si va verso un’inclusione e una integrazione vera dei disabili, al di là dell’assistenzialismo” commenta soddisfatta Gina. “Il mio intento di mamma è stato quello di aiutare un’altra mamma in difficoltà. – rilancia la Spinelli – Come sindaco ho predisposto gli strumenti affinché un fatto del genere divenga routine e non resti un’eccezione”.
E non è finita. Coriano si prenota per un posto come capitale della dignità della persona. All’ombra del Museo Corte, nascerà l’Associazione Insieme con Noi, per genitori con figli disabili (e non solo). Obiettivo: “raccogliere finanziamenti e raccontarsi esperienze”, butta sul tavolo la Spinelli, mentre la Codovilli mette in risalto la grande chance che “tutti i genitori si occupino di figli di tutti, abili o disabili”.
Nel 2013 è prevista pure la pubblicazione di un libro che documenti la storia dell’Unità Sperimentale di Coriano, un riferimento per la disabilità. In estate si pensa ad una Notte Arancione della Solidarietà: parte dei compensi andranno a progetti legati ai disabili. E far volare il sogno verso l’alto.
Paolo Guiducci