Per celebrare il bicentenario della nascita di Charles Dickens, ecco una nuova versione cinematografica di Grandi Speranze che fa il paio con quella televisiva recente con Gillian Anderson (i più cinefili ricordano il Grandi Speranze di David Lean con Alec Guinnes e la versione 1999 con Ethan Hawke e Uma Thurman). Dirige Mike Newell, sceneggiatura di David Nicholls (autore del romanzo e dello script di One Day). Il risultato è scorrevole e di buon impatto, con solo qualche parte più fredda ma un bel climax in crescendo nel finale.
Per chi non conosce o non ricorda la storia (e se magari, dopo il film, andate a recuperare il libro, lo trovate per i tipi della BUR) basta sapere del buon cuore dell’orfano Pip che aiuta un evaso e riceve in cambio dopo anni, con grande sorpresa, una ingente somma da parte di un misterioso benefattore. Lo sviluppo della storia tocca dunque la scalata sociale del ragazzo, la sua entrata nella buona società inglese, il rapporto che intreccia con la folle Miss Havisham (vive relegata in una casa malmessa e decadente) e con la bella Estella, fino alle rivelazioni conclusive che prevedono sorprese e colpi di scena. Siamo in piena era vittoriana e quindi aspettatevi gli ingiusti squilibri sociali, l’atmosfera putrida e malsana di una Londra non certo un’accogliente capitale europea e le tematiche care a Dickens come l’infanzia maltrattata e la necessità di un riscatto sociale, oltre alle dinamiche economiche che reggono buona parte della sua letteratura (vedi l’avarizia che attanaglia lo Scrooge del celebre Canto di Natale).
Grandi Speranze dispone di un bel cast (Jeremy Irvine, Ralph Fiennes, Helena Bonham Carter, Robbie Coltrane) e dispiace non poter sentire la versione originale.