Caro Direttore,
sono una giovane mamma. Da alcuni anni noto un proliferare di “corone di Avvento”: mio figlio l’ha già fatta a scuola e al catechismo. I ragazzi della mia parrocchia le vendono al mercatino, le trovo nelle vetrine dei negozi e sui giornali ci sono istruzioni per come costruirle. Vedendola anche accanto all’altare, mi chiedo se è un segno liturgico. E perché quando ero piccola io non c’era? Potrebbe rispondermi? Grazie.
Simona Carlini
Cara Simona,
la corona di Avvento non è un segno liturgico, ma espressione della pietà popolare, come il rosario, il pellegrinaggio e la via crucis. Nata presso i popoli cristiani germanici, di matrice protestante, le sue origini rimangono ancora discusse; certo è, che si è diffusa dapprima negli Stati Uniti negli anni ’30 del secolo scorso e in Italia solo negli ultimi vent’anni.
Come ogni espressione della pietà popolare anch’essa può contribuire a sostenere la fede e a trasmettere la coscienza di alcuni valori del tempo liturgico di Avvento da una generazione all’altra. È quindi importante costruirla secondo i canoni della simbologia liturgica (cattolica), altrimenti rischia di scadere in un mero addobbo natalizio.
Anzitutto, è importante la sua forma circolare, che richiama l’eternità (senza inizio né fine) e l’unità (punti della circonferenza equidistanti da un punto) della Vita eterna di Dio, a cui il Natale, con l’incarnazione del Figlio, ci apre l’accesso. Le foglie sempre verdi (in genere di conifere), che riempiono la struttura circolare, ribadiscono il segno della vita e della sua eternità.
Anche il nome, “corona”, manifesta la vittoria della vita sulla morte e della luce sulle tenebre. È infatti il simbolo della luce che domina la corona d’Avvento, segno di Cristo, «luce del mondo» (Gv 1,9; 8,12); dell’incarnazione del Figlio, «luce da luce», come professiamo nel Credo; della nascita (venire alla luce) del “Sole di giustizia” annunciato dai profeti (Ml 3,20; Lc 1,78). «La corona di Avvento – spiega la Congregazione per il Culto divino – con il progressivo accendersi delle sue quattro luci, domenica dopo domenica, fino alla solennità del Natale, è memoria delle varie tappe della storia della salvezza prima di Cristo e simbolo della luce profetica che via via illuminava la notte dell’attesa fino al sorgere del Sole di giustizia», (Direttorio su pietà popolare e liturgia, 98).
A questo proposito, si attribuiscono anche dei nomi a ciascuna candela, che dovrebbero riflettere i temi della liturgia della Parola nel tempo di Avvento (le profezie di Isaia; Giovanni Battista; la gioia; i fatti immediati alla nascita del Signore), ben espressi nell’Ordinamento delle Letture della Messa (nn. 93-94).
Anche il colore delle candele può sposarsi con quello della simbologia liturgica, che nell’Avvento utilizza il viola, segno del diradarsi delle tenebre, della chiamata alla conversione e dell’attesa di una gioia. La terza candela potrebbe essere più chiara, rosacea, per indicare la domenica detta Gaudete (perché «il Signore è vicino», Fil, 4,4), in cui anche il sacerdote, a volte, indossa paramenti rosa. In alcuni Paesi si usano candele di quattro colori diversi, che vengono accese dalla più scura alla più chiara, in modo da indicare la progressiva illuminazione del mondo con l’avvicinarsi di Cristo. Il colore rosso delle quattro candele, perciò, mal si addice all’uso liturgico, in cui esso ha ben altri significati. Alcune corone hanno al centro una quinta candela, di colore bianco (colore liturgico del Natale), segno della luce di Cristo, che viene accesa nella Notte o nel giorno di Natale.
L’uso di inserire dei fiori nella corona non è molto adatto al suo uso liturgico, poiché nel periodo di Avvento anche i fiori sull’altare devono essere sobri, cioè «nella misura che conviene alla natura di questo tempo, evitando di anticipare la gioia piena della Natività del Signore» (Ordo Generale Messa Romana, 305).
Collocata vicino all’altare (e non sopra) o all’ambone, su un tavolino, su un tronco d’albero o anche pendente dal soffitto, la corona può essere benedetta il sabato sera della I domenica di Avvento, durante l’Eucaristia o la celebrazione del Vespro. L’accensione delle altre candele avviene di solito durante il canto dell’Alleluia.
Ormai in molti Paesi si è soliti anche portarla a casa e collocarla in luoghi particolari per significare l’attesa del Messia. In questo modo la celebrazione liturgica entra nella vita familiare, nella quotidianità, e impregna di senso cristiano e di sapore messianico tutta la vita della famiglia cristiana. È accesa alla sera del sabato o la domenica mattina oppure prima del pranzo, quando la famiglia si raccoglie insieme per pregare.
Elisabetta Casadei