Cinque anni di tempo e 70 milioni di euro. E Rimini avrà risolto il problema delle fogne.
Lo ha detto a chiare lettere Edolo Minarelli, Direttore generale di Hera, durante l’incontro organizzato dal gruppo Facebook La Rimini che vorremmo e intitolato «Il sistema fognario riminese, futuro progetti e lo stato dell’arte» che si è svolto all’hotel Cà Vanni e che ha visto al tavolo anche gli assessori al Bilancio (Gianluca Brasini), all’Ambiente (Sara Visentin), il responsabile del Centro ricerche Daphne (Attilio Rinaldi) e i tecnici Roberto Barbiani e Marco Benedettini. “In cinque anni – conferma Minarelli – il piano di salvaguardia si può fare, ne sono convintissimo”. Durante la serata, però, è arrivata anche una proposta ritenuta dai più molto interessante. A lanciarla è stato Marco Benedettini, ex tecnico del Comune di Rimini.
“Per vastità di superficie abbiamo una delle spiagge più ampie d’Europa, che cresce di circa un metro all’anno, specie nella zona sud. Inoltre, tra il marciapiede del lungomare e la spiaggia stessa, c’è un dislivello di oltre un metro e mezzo. Sarebbe opportuno collocare un manufatto lineare scatolare, della lunghezza di 6 chilometri, direttamente sul lido, posizionandolo nella zona sud, quella nella quale si concentrano il maggior numero di hotel e strutture ricettive. Questi scatolari, perfettamente compattati e isolati, funzionerebbero come vasche di accumulo del sistema fognario delle acque chiare e nere nei momenti di emergenza, e si eviterebbero i soliti, e deprecabili, sversamenti fognari in mare. Passata l’emergenza grandi pioggie e l’apertura degli sfioratori, le vasche sono ripulite da liquami e scarichi neri, già incanalati e smaltiti lentamente verso il depuratore. Non nego che sarebbe ottimale ipotizzare di servirsi del depuratore di Riccione, la cui distanza è veramente irrisoria dalla zona sud, perché quello di S. Giustina, è molto più a monte, a 24 metri sul livello del mare”.
Appurato che il manufatto scatolare andrebbe posizionato a fianco del marciapiede, andando a pareggiare il dislivello che esiste “potrebbe essere collocato senza bisogno di intervento sull’ambiente, perché non necessita di fondazioni. Se ne potrebbe ricavare un altro vialetto, una ciclabile o soluzioni interessanti per l’abbellimento verde del litorale, come è stato fatto con i marciapiedi di Riccione. In questo modo si può sfruttarne la lunghezza complessiva, convogliandovi le acque piovane, così come è stato fatto per il deviatore Marecchia. Nascerebbe un deviatore di costa, un importante sistema di raccolta sia di acque bianche sia nere che, all’occorrenza, aumenterebbe di molto la portata per i 6 chilometri da realizzare, pari a 80mila metri cubi contro i 40mila attuali”.
Benedettini ha già interessato diverse ditte e possiede alcuni preventivi. Altro aspetto interessante è il costo: “la spesa sarebbe un terzo di quella prevista per le vasche di laminazione in progetto da Hera”.
Per migliorare ulteriormente la qualità delle acque, l’architetto ha pensato a dei biofiltri, tramite allevamenti di mitili che assorbono le impurità e filtrano le acque e, come si sa, sono eccezionali. Durante la serata si è discusso anche di altri aspetti, tra i quali la nuova condotta sottomarina che dovrebbe essere posizionata nella zona dei Ferrovieri. Progetto, quest’ultimo, duramente contestato da diversi presenti.
Laura Carboni Prelati