All’ultima edizione di X Factor si sono presentati alle audizioni circa 60.000 aspiranti cantanti per una manciata di posti al sole in tv. All’ultima edizione del C Factor, ovvero il concorsone per insegnanti, si sono presentati in 320.000 per 11.500 posti. Entrambi i talent show, si spera, premieranno il talento, anche se il secondo è molto più reality che show. Entrambi accomunati dalle minime possibilità di partenza per i partecipanti di essere il vincitore. Dico “il” non a caso perché in diverse specialità e in molte regioni i posti a disposizione per alcune categorie sono un paio se non uno solo. Tra parentesi, visto che a Riccione non ci si è potuti permettere di ospitare X Factor per problemi di costi, non facciamoci sfuggire l’opportunità di ospitare almeno la proclamazione regionale dei vincitori di C Factor: “Categoria storia antica, the winner is …”. Suspense, il nome e lacrime di gioia del cattedrando/a. Intanto il C Factor ha già cominciato le sue preselezioni: già di suo l’iscrizione, mi si riferisce, era un’operazione capace di scoraggiare molti. Ma mi sembra comunque una scelta opportuna quella di complicare le cose sin dall’inizio: chi dovrà insegnare alle nuove generazioni dovrà essere in grado spiegare ai ragazzi come sopravvivere al B Factor, l’imprescindibile burocrazia.