Foresteria, nuova cappella, apertura delle porte del cenacolo e dell’enorme orto: il monastero delle “Suore bianche” si fa in quattro per abbracciare la città. E Santarcangelo non si sottrae da questo abbraccio.
A propiziare tante novità è l’anniversario del 150° di fondazione del monastero che si somma ai 125 anni dalla morte della fondatrice dell’ordine delle “Figlie dell’Immacolata Concezione”. Della Serva di Dio Angela Molari (per la quale è in corso la causa di beatificazione) il 22 novembre sarà riesumata la salma (mezzo secolo dopo l’ultima ricognizione), alle ore 15. Il 24 novembre il vescovo Francesco celebrerà l’anniversario della morte alle 16.30 con una Messa solenne.
Dell’ordine originario sono rimaste solo suor Giovanna e suor Antonietta, nel 2007 è avvenuta infatti una fusione che ha “regalato” alle Suore Francescane dei Sacri Cuori, una novità che ha portato davvero nuova linfa alle religiose, oggi presenti in sette in via dei Signori, a Santarcangelo.
In occasione dei diversi anniversari, le suore hanno messo in cantiere diverse iniziative. Il restauro dell’ala settentrionale del convento, porterà la foresteria. Adeguati anche gli impianti, e realizzata una nuova cappella, dedicata alla fondatrice Angela Molari: l’inaugurazione è prevista il 24 novembre, alla presenza del Vescovo e del coro Magnificat di Santarcangelo. La giornata proseguirà con la visita al luogo dove riposano le spoglie mortali della Madre Fondatrice, mostra dei ricordi e presentazione del “Percorso museale” del Convento “Ss. Caterina e Barbara” a cura dell’architetto Massimo Bottini.
La presenza delle religiose a Santarcangelo e del convento, ha sempre innervato la vita del paese. Esemplare, poi, la lungimiranza della fondatrice che nel 1860 dà vita ad un ricovero per anziani. Non a caso l’Asp Rimini nord è stata intitolata a suor Angela Molari. Normale, dunque, che nel 1957, in occasione del ritorno della comunità religiosa dopo la soppresione napoleonica, tutto il paese accolga le suore in festa. <+cors>“Di questo se ne parlerà il 29 novembre in una conversazione in programma al Museo Musas, <+testo>– fa sapere l’architetto clementino Massimo Bottini, che è un po’ il braccio destro delle suore in occasione dei lavori e delle celebrazioni – <+cors>alla quale interverranno tra gli altri lo storico Giovanni Rimonini e l’assessore alla Cultura di Rimini Massimo Pulini”<+testo>. Lo stesso Pulini, docente di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dopo aver visionato le due pale d’altare contenute nella chiesa del monastero, ha avanzato una nuova ipotesi circa l’artista della seconda. La prima è opera di Giovanni Costa mentre la seconda da sempre è stata ritenuta frutto della scuola dello stesso Costa. Pulini invece propende per attribuirla a Marchetti.
L’orto del monastero poi è un polmone verde che riserva mille sorprese. Prima di tutto per la presenza di 9980 metri quadrati di verde nel bel mezzo del paese, un’area che va dalla Fornace al Colle. Quel rettangolo custodito da mura spesso alte 7, 8 metri, conserva all’interno tanti segreti botanici, tra cui un leccio plurisecolare e un fico dal diamentro fino a 1,85 metri. Patriarchi verdi il cui sonno non è mai stato turbato all’interno dell’orto.
L’8 dicembre, poi, è previsto – sempre in chiesa – un concerto mariano con il coro Magnificat (ore 16) preceduto dall’accoglienza delle ex alunne (alle 14), la Messa presieduta dal parroco don Giancarlo Del Bianco e la presentazione della biografia Angela Molari, una donna tutta di Dio di Fausto Ruggeri.
Il monastero, la chiesa, l’orto, e tutto il complesso, compresa l’originale grotta a forma circolare, costituiscono di per sé una sorta di percorso museale, che va valorizzato. L’open dayin programma dal 24 novembre all’8 dicembre (tutti i venerdì, sabato e domenica, dalle ore 15.30 alle 17) va in questa direzione. Senza dimenticare la chiesa, opera attribuita a Bibbiena, esperto di architetture teatrali.
Il 10 dicembre è il giorno scelto per la posa della prima pietra della nuova scuola materna alla Colonnella di Rimini. L’educazione è infatti da sempre un altro aspetto del carisma delle suore.
Paolo Guiducci