Anche Borghi, il terzo Comune che domina la valle del Rubicone, con Sogliano e Roncofreddo, raccoglie attorno alla sua parrocchia quasi tutta la popolazione del territorio e accorpa in un’unica parrocchia le chiese di Tribola, Ciola Corniale, Castello e Stradone.
A dire il vero la chiesa di San Cristoforo ha rischiato di perdere la sua “giurisdizione” sul territorio parrocchiale a vantaggio dello Stradone, ma ora che è stata consolidata nelle fondamenta, ha recuperato anche la sua autorità e la sua supremazia. Rimane il problema della canonica, fatiscente e inagibile quella di Borghi, per cui il parroco ha spostato il suo ufficio nella nuova struttura dello Stradone.
Ma noi sappiamo, dalle notizie provenienti da Sogliano, che né a Borghi, né allo Stradone il nuovo parroco don Giuseppe Vaccarini (sarebbe meglio dire la nuova équipe pastorale, che comprende anche don Eugenio e Gino Gessaroli) ha fissato la sua dimora. Tutti e tre abitano a Sogliano e con l’imminente ordinazione presbiterale di don Eugenio (8 dicembre prossimo), tutti e tre guideranno le due parrocchie di Borghi e Sogliano.
Intanto però incontro don Giuseppe nel suo ufficio allo Stradone, mentre aspetta di riunirsi con alcuni parrocchiani.
Parrocchia nuova, vita nuova.
“E vita movimentata, per raggiungere tutte le località secondo le necessità”.
Per il momento però sei solo parroco di Borghi, con tutte le sue dipendenze.
“È vero solo formalmente, perché abitando a Sogliano sto già prendendo contatti anche con quella comunità. Comunque anche solo Borghi ha un suo giro. Come sai, la parrocchia di Borghi, dedicata a San Cristoforo, è un’unica parrocchia suddivisa in cinque chiese: S. Croce del Castello e San Cristoforo nel paese, S. Maria Assunta a Ciola Corniale, S. Antonio di Padova a Stradone e la chiesetta di Tribola, nella borgata fra Montalbano e Borghi.
Per grazia di Dio attorno ad ogni chiesa, distanti l’una dall’altra, sono coinvolte diverse persone che partecipano perché animate da spirito di fede e dalla voglia di aiutare la comunità in cui vivono”.
Perché non ce le presenti sinteticamente?
“Ci provo, anche se sono parroco qui da pochi mesi. Incomincerei dalla chiesa madre, quella di san Cristoforo, sottolineando principalmente gli aspetti liturgici, dato che sono questi i primi momenti di incontro con la gente.
La chiesa di San Cristoforo a Borghi è stata riaperta a novembre 2011 dopo alcuni anni di lavoro di restauro e consolidamento. Sorge subito fuori paese, ma sufficientemente comoda per chi vuole partecipare. Anche qui ci sono persone che si occupano dei servizi: Tonino, responsabile della chiesa, si preoccupa dell’apertura e della gestione ordinaria; altre persone si incaricano delle pulizie e dell’addobbo floreale dell’altare (Maura), dell’animazione liturgica (Caterina), individuando persone disponibili per le letture. Per i canti è presente un gruppo di ragazzi facenti parte di una comunità terapeutica della Comunità Papa Giovanni XXIII che ha sede nella vecchia canonica di Bagnolo, non più parrocchia da decenni. A coordinare il coro e la preparazione dei canti c’è Giuliana, riferimento per la musica in tutta la parrocchia. Il servizio all’altare viene svolto dai ministranti ragazzi nell’unica messa che si celebra la domenica alle ore 11.
Essendo questa la Chiesa Parrocchiale, si cerca per quanto possibile di utilizzarla per le celebrazioni più importanti quali matrimoni, battesimi (è l’unica chiesa in cui è presente il Fonte Battesimale), e il Triduo Pasquale. Per le altre celebrazioni, Comunione, Cresima e la Notte di Natale, si preferisce la chiesa di S. Antonio di Padova a Stradone, in quanto più ampia e con spazi che permettono di svolgere al meglio le celebrazioni”.
E allora passiamo a Stradone.
“Stradone è una località di recente costituzione: prima c’erano solo poche case all’incrocio fra la strada di fondovalle e la Cornacchiara per salire a Borghi. L’incrocio segna anche il confine col Comune di Sant’Arcangelo, tanto che una parte si chiama Ciola-Stradone ed è sotto Sant’Arcangelo e l’altra solamente Stradone, in Comune di Borghi. Naturalmente come parrocchia non teniamo conto di questi confini amministrativi.
Con lo sviluppo urbanistico si è vista l’opportunità e la necessità di costruire anche una nuova chiesa in quanto troppo lontane quelle di Borghi e di Ciola Corniale.
Per la chiesa di Stradone, dedicata a Sant’Antonio di Padova, ci sono persone distinte per ogni servizio anche se manca un responsabile generale. Si celebrano due messe feriali alla settimana e una domenicale alle ore 9,30. C’è sempre qualcuno che anima la liturgia e i canti (anche se manca un coro), c’è una buona presenza di ministranti. Per l’apertura e la chiusura della chiesa è incaricato Dante e per i fiori c’è Seconda”.
Suppongo che la parte di Stradone denominata Ciola prima dipendesse dalla parrocchia di Ciola Corniale, la chiesa che sorge sul crinale verso Tribola.
“Supponi bene. Oggi la struttura di Ciola è affidata ad una parrocchia della città, ma la chiesa è officiata da noi, essendo stata accorpata a Borghi. Nella chiesa di Ciola l’attenzione viene concentrata sull’organizzazione della messa; si cerca di animare la liturgia con alcune persone che curano i diversi aspetti della celebrazione: dall’intonazione dei canti, alle letture, alla preghiera dei fedeli, alla raccolta delle offerte. Pietro, ministro straordinario della Comunione, al termine della messa porta l’Eucaristia ai malati a lui affidati dal parroco.
Viene celebrata solo la messa domenicale, alle ore 8.
Dal punto di vista economico, con le offerte raccolte sia in chiesa durante le messe, che in occasione delle festa annuale dell’Assunta, i parrocchiani riescono a gestirsi da soli per l’acquisto del necessario”.
Poco distante da Ciola, sulla provinciale fra Savignano e Borghi, c’è la piccola urbanizzazione di Tribola.
“A Tribola non c’è una chiesa vera e propria, ma una celletta capace di contenere una trentina di persone. Con la riapertura della chiesa di San Cristoforo e con l’esigenza di non aumentare il numero delle messe, è stata soppressa la messa vespertina del sabato. Rimane quella feriale del mercoledì sera. Morena è la persona responsabile che si occupa sia della pulizia della chiesa, che dell’animazione liturgica”.
Abbiamo ormai completato il giro. Rimane da visitare il Castello.
“La chiesa del Castello, di proprietà del Comune, è intitolata a Santa Croce ed è di stampo Malatestiano. Sorge proprio nel cuore del centro storico ed è di elegante fattura cinquecentesca.
Responsabile di questa chiesa è la signora Palmina. Vi si celebra messa settimanalmente in due giorni feriali e al sabato sera come messa festiva”.
Questa corsa ”virtuale” fatta con te ci dà l’idea delle corse reali che devi fare con la tua auto. Ma è possibile, davanti a tanta apparente frammentarietà, avere e dare una dimensione comunitaria a tutta la parrocchia?
“Dal punto di vista liturgico è possibile perché abbiamo un gruppo di coordinamento che si riunisce all’incirca una volta al mese e soprattutto prima dell’Avvento e di Quaresima.
Anche se a noi sembra di esserci organizzati alla meno peggio, non mancano però punti critici”.
Abbiamo ormai esaurito il nostro spazio. C’è qualcos’altro che ci vuoi raccontare?
“Sì, due cose mi premono ancora: la Caritas e la Famiglia.
Anche se non c’è un vero e proprio gruppo Caritas, non manca però l’attenzione verso le persone bisognose, in notevole aumento. Questo avviene soprattutto nei tempi forti quali Avvento e Quaresima, in cui alcune persone della comunità si preoccupano di organizzare mercatini, raccolte alimentari da destinare poi alle varie iniziative di carità. In queste occasioni vengono coinvolti anche i gruppi dei bambini di catechismo e dei giovani che con il loro contributo arricchiscono i mercatini. Per queste iniziative si sceglie di volta in volta una proposta della Caritas o della Missio diocesane. Urgente è la formazione di una vera e propria Caritas parrocchiale ed in particolare di un Centro di Ascolto che operi all’interno della parrocchia secondo le modalità della Caritas diocesana.
Poi c’è la famiglia. Il Gruppo Famiglie è aperto a tutte le famiglie della nostra parrocchia, che costituiscono il Popolo di Dio che vive nel territorio di Borghi. Ma in principio non era così. Nel 2006 si era costituito un gruppetto di giovani coppie, concentrate sul metodo Caresto. Poi pian piano si sono aperte ad altre coppie per arrivare alla fine ad accogliere tutti.
Recentemente, dal mese di agosto di quest’ultimo anno, il gruppo si è trasformato in gruppo-famiglie, in cui tutte le famiglie della parrocchia, ed anche coloro che possono partecipare solo singolarmente, sono invitati a percorrere un cammino di fede. Anche i figli sono coinvolti con attività adatte a loro e con alcuni momenti di condivisione”.
Anche se parroco da poco tempo, don Giuseppe ci ha dato un’immagine sufficientemente nitida di questa comunità e ci ha fatto intravvedere i germogli di speranza di un proficuo lavoro pastorale.
Egidio Brigliadori
Nella foto la chiesa di San Cristoforo di Borghi (foto Parenti)