Per i suoi “bimbi lontani” non solo si sciroppa migliaia di chilometri ogni anno, mettendo in piedi progetti di solidarietà e allestendo ponti di amicizia. Per quei bambini stretti tra la povertà e il desiderio di una vita dignitosa, ha persino salutato la sua carriera di imprenditrice, Premio Impresa Etica 2011. “Ho deciso di chiudere l’attività per acquistare tempo, dedicarmi a mia figlia Asia, e aiutare chi si trova nel bisogno. Sono tanti, anche intorno a noi”.
Serranda abbassata dopo quindici anni, dunque, per i due avvisatissimi negozi di abbigliamento Isabì di Santarcangelo. “Dopo le esperienze vissute, non me la sentivo più di vendere lusso”.
Oggi preferisce regalare speranza. E distribuire affetto a piene mani. Isabella Clementi, 42 anni, ha due occhi chiari che ti scrutano dentro. Parla e regala entusiasmo. Racconta l’incontro che le ha cambiato la vita. È il 2000. Con alcuni amici si reca in India. Nel gruppo ci sono alcuni trekkers friulani che la avvicinano a Friuli Mandi Nepal Namastè, onlus friulana che ha messo in piedi presidi sanitari e scuole, reinserimento di donne-bambine e una casa-famiglia. Isa si innamora di quella realtà. In precedenza si era adoperata per un orfanatrofio delle suore di Madre Teresa a Calcutta.
“Per questo il nome di mia figlia non poteva che essere Asia”.
Perché una imprenditrice verucchiese doc inverte la rotta e alla moda preferisce orfanatrofi e scuole in Nepal?
“Dal primo viaggio in Nepal per consegnare materiale didattico, il legame si è intensificato mettendo radici a Verucchio. Merito di mia figlia. Alle maestre ha detto che la mamma volava in Asia per aiutare bambini. Le insegnanti si sono incuriosite e il gemellaggio tra Verucchio e il Nepal era cosa fatta”.
Una cordata di solidarietà capace di colmare le distanze.
“La spinta a «scalare» l’Himalaya è arrivata dai bambini entusiasti di conoscere dei pari età dall’altra parte del mondo. Sostenere l’educazione scolastica significa, in quel paese aggrappato al Tibet, offrire prospettive per un futuro più dignitoso”.
Il suo è un entusiasmo contagioso. Un seme di solidarietà che ha messo radici a scuola.
“Ogni anno scolastico diventa un progetto. Il primo anno il tema del viaggio ha permesso ai bambini di salire su un aereo visitando il Museo dell’Aviazione, imbarcarsi a Rimini e camminare per il paese, fino a raggiungere virtualmente la destinazione Nepal. Lo scorso anno i bambini della materna hanno firmato delle sacche da destinare ai coetanei nepalesi, mentre quelli delle elementari hanno scritto ai pari età lettere personali e toccanti”.
Sacche e lettere, dentifrici, spazzolini da denti e materiale scolastico: un bagaglio a mano che avete consegnato di persona.
“Insieme alla maestra Stefania Gattei (nella foto) sono volata in Nepal quattordici giorni (alloggiando anche in casa di amici nepalesi) per incontrare i bambini e gli educatori della scuola di Palubari e consegnare loro i materiali made in Verucchio. Una festa”.
In Nepal ha pure una figlia.
“Asmitha è figlia adottiva. 500 euro l’anno gli permettono di frequentare il college”.
Paolo Guiducci