Parlare d’Italia oggi è fondamentale. Questa è l’idea che ci si fa nel leggere le premesse e il programa di questa nuova edizione delle Giornate Internazionali di Studio Pio Manzù, in programma per il 12, 13 e 14 ottobre. L’Europa, l’Italia si trovano in un momento particolare della loro storia. Tutto il mondo, in realtà, è coinvolto in una crisi economica di grandi proporzioni e le interconnessioni tra i mercati ha creato quell’“effetto domino” che ha spinto verso il basso tutte le economie “vecchio stampo”, escluse quelle emergenti.
Ma questa è – purtroppo – ormai storia. La crisi è pretesto per parlare della politica (italiana e non) ma soprattutto di un modello di sviluppo economico e sociale che ha piegato i paesi più deboli, come la Grecia e la Spagna e per certi versi anche l’Italia.
Ma perché si deve parlare d’Italia? Perché: “Le economie interconnesse mostrano tutta la loro fragilità: il caso del debito pubblico italiano, e le sue conseguenze sistemiche, è esemplare in tal senso. Mercatismo e magia della globalizzazione, coagulate dal cinismo della tecno finanza hanno prodotto la crisi globale che tutti conosciamo: una crisi strutturale di cui l’Italia è esempio e laboratorio, convivendo in essa tutte le degenerazioni già citate all’inizio” si legge in una nota degli organizzatori delle giornate.
IL PROGRAMMA
Due i corposi appuntamenti quotidiani, l’uno con partenza alle 9 l’altro alle 15. Il 12 ottobre la mattina è riservata al workshop dal titolo Social netjob: emigrazione e immigrazione intellettuale. La fuga dal Bel Paese. Nell’ultimo anno i migliori 20 tra i cervelli italiani fuggiti all’estero, hanno contribuito alla produzione di ben 66 brevetti, che equivalgono a 334 milioni di euro, cifra che sale a 782 milioni nell’arco dei prossimi 20 anni. Un grande capitale umano che potrebbe fruttare tanto in termini di benessere per il nostro Paese. Perché avviene questo fenomeno?
Il pomeriggio è riservato ad un altro workshop La spina dorsale: scenari e destini delle piccole e medie aziende italiane: dai mercati dell’Estremo Oriente a quelli Sud Americani una miriade di imprese italiane operano alla ricerca di nuovi sbocchi. La spina dorsale dell’economia nazionale si muove, con lo spirito animale che da sempre la contraddistingue, producendo lavoro e reddito.
Il 13 ottobre altri due workshop animeranno la giornata del Pio Manzù. Quello mattutino Il vaso di coccio. Tra spread e fixing, lezioni sul governo delle emergenze si concentra sul nostro paese. L’Italia, vittima del proprio debito pubblico, ha sperimentato più di altri Paesi il corto circuito tra malgoverno dell’economia e mercati finanziari. Della sua crisi debitoria si è parlato per tutto il 2011 e il percorso di superamento della crisi è ancora lungo. Metafora ed esempio dello spreco delle risorse e non controllo della spesa pubblica. Che lezione è stata tratta dall’esperienza italiana che possa tornare valida ed utile per il futuro dell’economia globale?
Il pomeriggio è dedicato a C’era una volta il Mediterraneo. Le relazioni tra Italia e mondo arabo per parlare dell’Italia e del suo ruolo di leader sullo scacchiere internazionale della politica nelle relazioni con il Medio Oriente.
Il 14 ottobre alle 10 si apre l’unica seduta plenaria del Pio Manzù. Rappresentanti di organismi internazionali e personalità di diversi settori, in seduta plenaria, tracceranno possibili scenari indicando elementi di criticità e potenzialità di miglioramento nei prossimi anni. In concomitanza con la seduta plenaria, inoltre, Rai2 realizzerà uno speciale sull’evento in diretta televisiva dalle 10 alle 11.30.
Il pomeriggio si torna con i workshop con La produzione culturale italiana letta dagli altri Cinema, letteratura, giornalismo, televisione, arti figurative, moda…L’Italia non smentisce la sua vocazione storica di patria del ‘bello’ e dell’immaginario. Negli ultimi trent’anni, un ponte culturale sempre più solido ha attraversato l’Oceano: mai come in questi ultimi decenni la cultura italiana ha contaminato quella americana, e viceversa. Arte, vino, cibo, design, modo di vivere italiano, ma anche inventiva, intraprendenza, flessibilità di pensiero e di azione, che sono stili, forme più complesse e sottili da comunicare, ma che costituiscono il patrimonio di attitudini della cultura d’impresa, sono sempre più diffusi nel mondo. L’insegnamento della lingua e della cultura italiana registra un incremento considerevole in America, particolarmente in California, valicando i tradizionali confini della East Coast.
A cura di Angela De Rubeis