Il mondo della scuola tra errori rimediabili (cerchiati in rosso) e sbagli gravissimi (segnati in blu): la celebre matita, appannaggio degli insegnanti, croce di tutti gli studenti, in realtà non si vede mai nel film Il rosso e il blu, nuova opera di Giuseppe Piccioni, tratta dal romanzo di Marco Lodoli che ha collaborato all’adattamento cinematografico assieme al regista e a Francese Manieri. Si vede invece un mondo scolastico con i problemi attuali (la preside Margherita Buy porta personalmente la carta igienica a scuola), gli alunni demotivati, qualche genitore arrogante o “fuori dal mondo” in materia di educazione scolastica, gli insegnanti sconfortati e qualche “buon’anima” che ancora crede nella possibilità di illuminare i giovani. Un ritratto del pianeta scuola che non contiene la stessa elettricità e tensione che raccoglieva però il francese La classe. Piccioni si limita ad alcune occhiate “collettive” nella classe protagonista, e si affida principalmente ad alcuni rapporti interpersonali, come la preside che si prende cura di uno studente abbandonato dalla madre, o il giovane supplente bello Riccardo Scamarcio preoccupato delle sorti di una studentessa svogliata e con dolorosi retroscena famigliari, o l’anziano e burbero prof di storia dell’arte Roberto Herlitzka, convinto della mancanza di motivazioni da parte degli allievi, o ancora il rapporto che lega un giovane scolaro rumeno ad una sedicenne che cerca di fuggire da un mondo opprimente. La scelta di indirizzare il film sulle tensioni personali lo trasporta verso una situazione emotiva che non riesce sempre ad entusiasmare, nonostante qualche pagina più divertente e meglio orchestrata. Commedia con punte amarognole, che lascia un po’ insoddisfatti (ancora studentesse che s’innamorano dei prof).
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani