Ha destato grande tristezza anche nella comunità cristiana riminese la scomparsa del cardinal Carlo Maria Martini; aveva 85 anni. Arcivescovo di Milano dal 1980 al 2002, Martini dopo aver lasciato la diocesi ambrosiana ha vissuto per diversi anni in Terra Santa.
Nel 2008 era tornato in Italia a causa dell’aggravarsi del Parkinson che lo aveva colpito 16 anni fa.
C’è anche una preziosa memoria legata a Rimini: Martini, infatti, partecipò nel ’94 al Meeting.
Pubblichiamo il ricordo che ne ha tracciato il vescovo Francesco.
Appena ho saputo la notizia della morte del cardinal Martini mi sono raccolto in preghiera per ringraziare il Signore del grande dono fatto alla Chiesa, alla società e al mondo intero per la venuta in mezzo a noi di questa figura.
L’ho conosciuto prima come padre Martini, quando era rettore della Gregoriana e ricordo che volle fare la presentazione della mia tesi di laurea sull’Osservatore Romano.
Ogni volta che mi vedeva mi considerava un suo alunno anche se, devo confessare, con il passare degli anni aveva dimenticato che non lo ero proprio stato. Comunque nei mie confronti aveva stima ed affetto.
Ringrazio il Signore per avercelo donato perché vedo il cardinal Martini come l’uomo delle vette. Nei primi anni di episcopato, quando era ancora in buona salute, ogni lunedì se lo riservava per fare una escursione in montagna, perché in quel modo riusciva a smaltire la fatica e lo stress del servizio. Mi dava l’idea di un uomo che amava le salite, le ascensioni. Nel suo motto aveva scritto “per la verità, amare le avversità”, una frase di San Gregorio Magno.
Lo ricordo anche come uomo di frontiera, perché amava il dialogo con i lontani e gli ultimi, con chi si sente o è stato allontanato, e cercava di raggiungerli in tutti i modi.
Infine lo ricordo anche come il Vescovo dei ponti.
Negli ultimi anni, quando si era ritirato dal servizio attivo alla diocesi di Milano, lo incontrai due volte in Terra Santa in pellegrinaggio e parlava proprio del ponte che si doveva lanciare tra ebrei e musulmani.
Di uomini come il cardinale Martini ce ne vorrebbero tanti e prego il Signore affinché ce ne doni un altro.