Due storie vere. Il 16 settembre 1970 un giornalista palermitano, Mauro De Mauro, è sequestrato sotto casa e mai più ritrovato. La sentenza che ha chiuso il processo sulla sua scomparsa, è depositata il 7 agosto 2012. De Mauro sarebbe stato ucciso per le indagini avviate su incarico del regista cinematografico Francesco Rosi circa la morte di Enrico Mattei, avvenuta la sera del 27 ottobre 1962. Mattei, presidente dell’Eni, era a bordo di un aereo pilotato dal riminese Irnerio Bertuzzi, e precipitato a Bascapé in provincia di Pavia: per colpa del maltempo o di un errore umano, si disse allora.
La sentenza precisa: il cronista palermitano fu tolto dalla circolazione perché non facesse conoscere a nessuno ”quanto aveva scoperto sulla natura dolosa dell’incidente di Bascapé, violando un segreto fino ad allora impenetrabile e così mettendo a repentaglio l’impunità degli influenti personaggi che avevano ordito il complotto ai danni di Enrico Mattei”. A tradire De Mauro è stato Graziano Verzotto, ex senatore della Dc, deceduto a 87 anni il 12 giugno 2010. Verzotto, ex dirigente dell’Eni, era stato pure coinvolto nel delitto Mattei.
Seconda storia. 10 agosto 1867, uccisione di Ruggero Pascoli, il padre del poeta Giovanni. La sera del 10 agosto 2012, il processo d’appello a quello svoltosi nello stesso giorno del 2001, si è tenuto a San Mauro, con una sentenza popolare che rovescia il precedente verdetto, e rimanda ad una terza sessione (2017). Nel 2001 il repubblicano Pietro Cacciaguerra e gli ex garibaldini Michele Della Rocca e Luigi Pagliarani furono assolti per insufficienza di prove. Ora sono stati condannati, ma ipotizzando colpe anche per il principe Alessandro Torlonia presso cui Ruggero Pascoli lavorava da 13 anni, senza il contratto da fattore a cui aspirava. Cacciaguerra era stato denunciato da Pascoli a Torlonia come un imbroglione da cacciare dalla tenuta. Egli ha agito da solo per vendetta, od è stato uno strumento del principe?
L’accusa (Ferdinando Imposimato) ha analizzato i nuovi materiali storici raccolti da Rosita Boschetti. La difesa di Nino Marazzita ha divagato sul tema della Giustizia in Italia, in crisi per colpa dei politici, derisi tra gli applausi del pubblico. Il quale però ha votato per l’accusa. Di cui ricordiamo il passo che dovrebbe essere fatto proprio da tutte le persone serie: ”Senza Giustizia lo Stato si sgretola”. Ma è Giustizia quella che arriva dopo 42 anni, come nel caso De Mauro? [1092]
Antonio Montanari