Questo mago dal cilindro non fa uscire conigli ma lame. Affilate, luccicanti, con impugnature di ogni forgia e colore. Capaci di imporsi in manifestazioni in tutta Italia.
Il mago in questione è Bruno Arcangeloni, 55 anni, originario di San Leo, attualmente residente a Talamello. È qui, nel balcone della Valmarecchia, che ha installato il suo laboratorio nel quale forgia i suoi coltelli.
Sposato, con tre figli, ArcangeloNI è attrezzista meccanico, responsabile di un’azienda a San Marino.
La passione per lame e coltelli inizia sin da bambino: “tutti a quell’età hanno occasione di maneggiare dei coltellini. – spiega – Sono un amante del bosco e cercatore di funghi, il coltello è un accessorio indispensabile per tale attività”. Sei anni fa gli è scintillata l’idea: forgiare da solo un coltello. Una sfida. Grazie alle cognizioni di meccanica e dell’acciaio che lavora da quattro decenni, Arcangeloni dà vita ad un coltello in acciaio con l’impugnatura di bufalo biondo vietnamita o bufalo d’acqua, materiale che si trova in commercio. “Ho iniziato a regalare qualche oggetto ad amici e così si è sparsa la voce del mio hobby e con essa la voglia di fare sempre meglio”. Assieme al secchianese Claudio Cioli (ora residente a Rimini) un anno fa inizia a sperimentare una nuova forgiatura della lama con la tecnica del damasco. “Consiste nel lavorare la lama con diversi tipi di acciai, in modo tale che si caratterizzi per striature o per rilievi tali da sembrare disegni.
Per l’impugnatura utilizzo diversi materiali come corni di bufalo o di cervo, dente d’ippopotamo o legni come il maggiociondolo o il cornolo della nostra zona, oppure legni esotici come il bobinga africano”. Mezzi indispensabili per assemblare un coltello sono una carteggiatrice, la lima e tanto sudore. “Il coltello a cui sono più affezionato? L’ultimo che ho realizzato: la lama è lavorata con la tecnica del damasco tipo piuma e l’impugnatura con corno d’alce”. Le soddisfazioni arrivano copiose grazie ai coltelli: partecipa a parecchie manifestazioni specializzate, organizza la mostra a Pennabilli in occasione di “Caccia ai sapori” (17 agosto) e vince premi per merito della tecnica damasco. “Molti spunti per le mie creature acuminate li colgo dal web” ammette Arcangeloni. In Provincia non è solo: sono circa diciassette i coltellinai distribuiti in zona. Oltre a Cioli, anche Alberto Pedoni di Maiolo e il riminese Mauro Toselli.
Niente gentil sesso però a trafficare con le lame: l’unica traccia è una donna di Roma. “Meritano invece il palcoscenico le rarità che realizza Gisberto Muccioli, originario di Sogliano, pensionato e residente a Viserba di Rimini: è rimasto l’unico coltellinaio a saper realizzare il coltello saracac, la cui lama rientra nel manico. Era l’arma tipica dei banditi romagnoli dei primi dell’800. Arcangeloni ci ha fatto un pensiero, ad un coltello del genere. Quando parliamo di cifre, allarga le braccia. “Sono in vendita, ma oggi con la crisi è durissima”. I prezzi? Per molte tasche: si va da 200 a 900 euro, fino ai pezzi più pregiati che possono raggiungere i 1.600 euro. Frutto di una passione che resiste alla storia. Precisa, bilanciata e – in barba all’acciaio della lama – assolutamente non fredda.
Luciana Piscaglia