Un passo avanti per la storia dell’arte, un’occasione straordinaria per il fruitore, una grande opportunità per il territorio. Il progetto “MVR”, Montefeltro Vedute Rinascimentali: I Balconi di Piero, presentato lo scorso sabato, 23 giugno, al Palazzo Mediceo di San Leo, è tutto questo.
“Entra anche tu in un paesaggio d’arte”, recita lo slogan dell’iniziativa, che si propone di riscoprire i luoghi che fecero da sfondo ai capolavori di grandi artisti rinascimentali e di offrirli nuovamente al pubblico attraverso una formula museale unica. “Da oltre 500 anni gli storici dell’arte hanno cercato di capire dove fossero collocati geograficamente i paesaggi che ispirarono Piero della Francesca, Raffaello, Leonardo da Vinci. Quel ’Paesaggio Invisibile’ da sempre sotto gli occhi di tutti, ma che nessuno vedeva”, spiegano Rosetta Borchia e Olivia Nesci, l’artista e la docente (di geomorfologia all’Università di Urbino) che nel 2007 hanno dato vita al progetto e che hanno scoperto sfondi di opere di Piero della Francesca proprio nel Montefeltro, dove saranno allestiti “balconi” che permetteranno allo spettatore di collocarsi nei punti d’osservazione del pittore, dentro all’opera d’arte. I paesaggi del Dittico dei Duchi di Urbino sono i primi ad essere stati ritrovati: due vicino ad Urbino, nella valle del fiume Metauro, mentre il terzo, che fa da sfondo a Battista Sforza, in Valmarecchia, a San Leo, dove sabato è stato inaugurato il primo balcone.
Alla conferenza inaugurale ha presenziato anche il cittadino onorario di San Leo Umberto Eco,entusiasta dell’idea: “Stiamo realizzando una riscoperta e un incremento della bellezza, attraverso scienza, arte e storia, in una bella sinergia che farà sì che la riscoperta poggi anche su rigorose dimostrazioni”, scongiurando il rischio di falsi e facili analogie. “La bellezza sarà il nostro petrolio – afferma il presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali, ricordando il monito di Tonino Guerra – e la responsabilità è nelle nostre mani: amministratori, categorie economiche e cittadini. Ma serve un’inversione culturale, dobbiamo cambiare mentalità e prospettiva. E lavorare insieme”.
“Siamo orgogliosi, perché grazie a questo progetto siamo riusciti a unire il Montefeltro. Un pezzo d’Italia affascinante, che tanti ci invidiano”, rilancia Mauro Guerra, sindaco di San Leo, il Comune capofila del progetto, affiancato dalle Province di Rimini e Pesaro Urbino e dall’Università degli studi di Urbino.
“Ma il Montefeltro è anche un’identità”, osserva Silvia Sassi Cuppini. La storica dell’arte e docente all’Università di Urbino invita a riflettere su come lo studio sul paesaggio sia anche ricerca del senso dell’identità, resa possibile dalla distanza, da una struttura della visione e una grammatica del paesaggio che l’arte offre allo spettatore: “È per questo che nelle calviniane Città Invisibili Kublai Khan chiede aiuto a Marco Polo per comprendere il territorio del suo regno. C’è chi sostiene che Federico da Montefeltro abbia fatto lo stesso con Piero della Francesca. L’ipotesi è estremamente affascinante”. E siamo solo l’inizio: le “cacciatrici di paesaggi” sono già all’opera con lo studio di altri autori, altri sfondi e altri luoghi d’arte del Montefeltro. Per il sindaco Guerra, “l’indagine deve crescere. Se il territorio saprà rispondere con enti pubblici e privati, continueremo a indagare questa suggestione così interessante”.
Martina Tordi