Soggiorni “mordi e fuggi” e prenotazioni last minute. Come ogni anno il ritornello è sempre lo stesso. L’ultima parola la daranno solo le cifre di fine stagione ma intanto la percezione degli addetti ai lavori non fa ben sperare. Difficile pensare che le porte siano aperte per tutti gli aspiranti stagionali (comprese le vittime della crisi del manifatturiero). “Il lavoro non c’è e va peggio dell’anno scorso” lamenta il presidente dell’Ordine provinciale dei Consulenti del lavoro Carlo Dall’Ara. Da gennaio a maggio i 250 hotel associati a AIA Rimini hanno assunto 4.829 persone contro le 5.010 dell’anno scorso. “Il calo c’è – commenta la presidente Patrizia Rinaldis – solo tra aprile e maggio abbiamo fatto un centinaio in meno di cedolini. Ci sono diverse sospensioni e ancora oggi, a luglio, si lavoro soprattutto nei weekend”.
Dal 18 luglio è entrata in vigore la riforma del lavoro Monti-Fornero, con alcuni effetti importanti anche sugli stagionali. Due le novità principali: il divieto di assumere minorenni come apprendisti e i paletti alla flessibilità in entrata. Per l’apprendistato under 18 si sperava in una proroga che non è arrivata. “Così l’unico modo per assumerli per questa stagione è con i voucher, un part-time o il lavoro a chiamata o intermittente” spiega Dall’Ara. Già, la chiamata: il datore può chiamare il lavoratore anche per un solo giorno o fine settimana dopodiché il rapporto è interrotto fino alla telefonata successiva. Sempre che ci sia. Anche qui però la riforma impone nuovi obblighi, ma solo per i nuovi contratti. “Dal 18 luglio – spiega Dall’Ara – prima di chiamare il lavoratore, la ditta deve comunicarlo alla Direzione provinciale del lavoro tramite fax, sms o mail”. Non serve conferma, in caso di controlli fa fede la comunicazione inviata. Eppure molti albergatori storcono il naso. “Le prestazioni non devono superare i 30 giorni a lavoratore. Prima il resoconto si faceva alla fine, oggi l’indicazione va fatta prima. Il paletto è stato messo perché, in qualche caso, si è fatto un uso distorto” osserva Dall’Ara. “La chiamata raggiunge alte percentuali sono a inizio stagione – chiarisce Rinaldis -. Da giugno in poi la maggior parte dei lavoratori è assunto a tempo determinato”.
Un altro frutto della riforma destinato a far discutere è la mini Aspi che dal 2013 sostituirà l’attuale indennità di disoccupazione a requisiti ridotti (stagionale). Con quali conseguenze? “Quella più negativa – spiega Davide Imola, riccionese, dalla Cgil di Roma – è che i lavoratori rischiano di prendere l’indennità ogni due anni. Verrà versata dall’Inps in concomitanza con il periodo di disoccupazione e non più l’anno successivo. Se una persona smette di lavorare il 1° settembre, dovrà fare richiesta subito, cioè entro l’anno. Ma così non potrà fare domanda nel 2014”. Se pensiamo che nel 2011 a ricevere la disoccupazione stagionale sono stati quasi 13mila riminesi (12.702), sul territorio potrebbero venire a mancare vagonate di quattrini. Un’altra novità è il calcolo dell’indennità: “Con la mini Aspi bisognerà dimostrare di aver lavorato per 13 settimane di contributi negli ultimi 12 mesi mobili (dal giorno che si è perso il lavoro) anziché per 78 giorni nell’anno solare. L’importo sarà più alto rispetto a quello attuale ma se oggi per tre mesi prendevo un assegno di tre mesi, con la mini Aspi si prenderà un importo pari alla metà delle settimane di contribuzione”. Con il rischio che sia lo stesso lavoratore a farsi mettere in nero pur di guadagnare qualche spicciolo in più.
Alessandra Leardini