Diciamolo subito, così da sgombrare il campo da qualsiasi tipo di fraintendimento. Nessuno vuole fare del terrorismo, ma è un dato di fatto che la Repubblica di San Marino sia un territorio con un elevato rischio sismico. E quanto è accaduto e, purtroppo, continua ad accadere in Emilia, ha sollevato più di una domanda: ma cosa accadrebbe sulla Rupe in caso di evento sismico? La risposta non è facile, l’unica cosa certa è che San Marino non ha una legge antisismica. C’è solo un vecchio studio degli anni Ottanta dove si traccia una linea da seguire nelle costruzioni. In questi giorni più di un sammarinese ha chiesto informazioni in tal senso e la risposta degli esperti è sempre stata la stessa: nonostante manchi una legge ad hoc, sul Titano si è costruito abbastanza bene. Ecco, il nodo, però, è tutto qui: abbastanza non significa certezza. Poi è logico, se dovesse arrivare una scossa della stessa intensità di quella “tirata” a maggio, nulla e nessuno potrebbe dire con fermezza: non succederà nulla! Del resto, quando la natura si mette di mezzo, difficilmente riesce ad essere piegata dall’uomo. Un esempio? Basta salire sulla macchina del tempo e ritornare a febbraio quando strutture assolutamente a norma di legge, hanno subito danni irreparabili dovuti ad una nevicata che da queste parti non si vedeva da decenni. Forse secoli. Però, come si domanda anche “San Marino Fixing”, il portale di economia del Titano: “le case, gli edifici e le strutture che ospitano le imprese di San Marino sono adeguate per resistere ad un sisma come quello che ha colpito l’Emilia? Possono essere prese delle precauzioni aggiuntive?”.
Lucia Genestreti