Dirigenti pubblici, arrivano i tagli ai compensi. Lo ha deciso il Governo che che rivede i contratti ad personam. Un riordino che tratterrà nelle casse dello Stato più di 300mila euro. Tecnicamente sono state eliminate le indennità mantenendo solo gli scatti di anzianità. Attualmente la retribuzione per i capi di dipartimento è sui 3.100 euro mentre lo stipendio base dei dirigenti è di 2.900 euro. Cifre che potranno vedere un surplus di 400, 700 o 1.100 euro in base alla responsabilità e complessità della posizione ricoperta. Un discorso a parte meritano gli incentivi, ossia i cosidetti premi per il raggiungimento di un obiettivo, anche su questi è arrivato un tetto che non va oltre il 30% della ritribuzione. Non tutti e 46 i dirigenti sono, però, toccati dal decreto: “chi era già in organico nel 2009 – spiega il Segretario di Stato agli affari interni, Valeria Ciavatta – può, infatti, optare per il nuovo o per il vecchio regime retributivo che valorizza di più l’anzianità di servizio”.
Il decreto interessa anche i direttori di dipartimento, mentre sono esclusi i dirigenti del settore sanitario e la carriera diplomatica.
“Auspico che attraverso il decreto si dia rilievo alla dignità delle funzioni dirigenziali e che i risparmi siano applicati ad altri settori della Pa in cui c’è tuttora una giungla retributiva”.
Insomma, non sono più sostenibili figure che guadagnano più di un dirigente.
Francesco Barone