Entro l’estate il Castello di Morciano non dominerà più il capoluogo della cittadina sul Conca. Da qualche settimana le ruspe hanno fatto ufficialmente il loro ingresso nel perimetro dell’ex Ghigi per le prime fasi di demolizione del vecchio pastificio nel cuore di Morciano. Un momento lungamente atteso e temuto, a seconda dei punti di vista, che segna ufficialmente il via al progetto della Rinnovamento Ghigi, società proprietaria dell’immobile, per la riqualificazione dell’intero comparto. Le operazioni di abbattimento sarebbero dovute partire a inizio anno ma la presenza accertata di amianto ha imposto massima cautela sia nella bonifica dell’esistente, con successivo smaltimento dei materiali pericolosi, sia nell’impostazione delle procedure di demolizione di un complesso a stretto contatto con il centro abitato. L’arrivo delle ruspe è stato autorizzato dall’AUSL di Rimini dopo la bonifica dai materiali nocivi. Come preannunciato, il primo ad essere abbattuto è stato il mangimificio posto sul versante di via Marconi. A seguire verranno presentate le richieste di abbattimento delle altre strutture del vecchio pastificio con l’obiettivo, se tutto andrà come previsto, di concludere l’opera entro il mese di agosto. Tempi anche in questo caso più lunghi del solito perché, tenuto conto della particolare ubicazione dell’ex pastificio, l’approccio alla demolizione sarà il più possibile soft: mezzi meccanici e operai al posto delle più rapide esplosioni. Inoltre il materiale che non dovrà seguire processi di smaltimento particolari non verrà trasportato fuori dal cantiere ma sarà separato e triturato sul posto per essere riutilizzato nella fase della ricostruzione, per esempio come sottofondo stradale.
Nel frattempo l’ex Ghigi è sempre più un “osservato speciale”: i comitati cittadini hanno proposto la nascita di un Osservatorio Ambientale per monitorare la correttezza delle operazioni di demolizione mentre sono aperti i termini per la presentazione delle osservazioni alla variante urbanistica al relativo PRU. Comitati cittadini e opposizione non si sono fatti certo pregare e stanno depositando le loro proposte di modifica al discusso piano di riqualificazione che prevede due torri alte una quarantina di metri ciascuna, residenze, servizi commerciali e direzionali, posti auto, spazi pubblici di aggregazione all’aperto e al chiuso. Dopo l’analisi e le decisioni degli organi competenti sulle osservazioni presentate la proprietà potrà presentare il progetto definitivo e ottenere la concessione a costruire. Il primo colpo di piccone della ricostruzione dovrebbe avvenire entro l’anno.
Gabriele Pizzi