La vicenda sembrava essere giunta al suo epilogo. Per il Parco del Tirso si riaccende invece la battaglia che ora si gioca sul “campo” delle vie legali. I riccionesi che risiedono tra i viali Nizza, Liguria, Rubicone, Adda, Brenta e Ticino, per nulla decisi a perdere quel lembo verde, il 29 aprile sono ricorsi al Tar, chiedendo la sospensiva della delibera, approvata nel Consiglio Comunale, ultimato alle 3 di notte del 17 febbraio. È quella che prevede lo spostamento, da viale Emilia al Tirso, delle cubature dell’ultimo palazzo, concesso ai privati per finire di ripagare la piscina olimpionica del Comune.
Nel frattempo gli amministratori comunali hanno assegnato il parco ai costruttori che, a loro volta hanno restituito al Comune l’area del vecchio stadio del nuoto. La notizia del ricorso, presentata l’ultimo giorno utile (il sessantesimo dall’approvazione della delibera) è stata resa nota domenica scorsa, durante il picnic che al Tirso ha radunato 200/300 persone da tutta la città. E non a caso.
Come sottolinea Renata Tosi della Lista Civica-Lega Nord, questo ricorso, “seppur presentato dai vicini, dev’essere di tutta la città”.
A coprire le spese del ricorso, che costa dai 5mila ai 6mila euro, è stato un gruppo ristretto di persone, ma la solidarietà cittadina ha già fatto rientrare in cassa mille euro. Il resto potrebbe arrivare attraverso altre importanti iniziative di solidarietà, che saranno annunciate a breve. Nel frattempo, entro 30/40 giorni, dovrebbe arrivare la risposta del Tar, attesa con ansia da tutte le persone che domenica hanno partecipato alla manifestazione pacifica. Questa battaglia, infatti, è seguita con interesse da tutti quei riccionesi che sono stanchi delle colate di cemento. In coro, durante il pic-nic, hanno detto stop all’invasione dei palazzi in altre aree libere della città e alla trasformazione di vecchie casette, a volte solo a pianterreno, in palazzine su diversi piani.
Nives Concolino