Riccione propone delle belle perle. E non si tratta solo degli spazi verdi che possiede o del bel pezzo di Riviera che rappresenta. No, ci sono ambiti, di cui nessuno parla, ma con una buona offerta di cultura ed educazione. Un esempio? La presenza di circoli ANSPI sparsi per il territorio. Tra questi l’oratorio della parrocchia di San Martino.
“La storia dell’ANSPI nella nostra comunità è iniziata tre anni fa – commenta Gilberto Cherio, 69enne pensionato, da due anni responsabile del circolo in questione – Mi ricordo che alcuni parrocchiani andavano chiedendo l’iscrizione all’ANSPI, ma io allora lavoravo e non mi sono molto interessato. Invece da un po’ di tempo sono abbastanza presente in parrocchia. Il tutto è stato facilitato dall’avere a disposizione una tensostruttura molto bella e capiente, dotata di cucina e spogliatoi”.
Quali attività proponete principalmente per i giovani?
“Abbiamo iniziato lo scorso anno l’oratorio dedicato ai ragazzi di prima e seconda media, con la presenza di due istruttrici che lavorano tre ore ogni giorno (dalle 15 alle 18 dal lunedì al venerdì). Tutti i mercoledì vi è un intrattenimento conviviale. I ragazzi sono supportati nello studio anche da insegnanti di sostegno volontarie. Inoltre praticano attività sportiva nel tendone con un preparatore atletico e si dedicano alla musica strumentale e canora. Abbiamo anche promosso le “Olimpiadi parrocchiali”: siamo arrivati alla terza edizione. La difficoltà maggiore sta nella scarsa promozione delle varie parrocchie riccionesi. Questo a causa dei troppi impegni. L’idea non è brutta: con la supervisione di un preparatore esperto si preparano giochi e gare per bambini e ragazzi all’aperto, con gadget per tutti, massimo divertimento, ed un gonfalone da assegnare alla più numerosa presenza parrocchiale. Nella prima edizione il gonfalone è stato consegnato alla parrocchia di San Martino nella seconda a quella di San Lorenzo, nella terza agli Angeli Custodi”.
E per gli adulti a cosa avete pensato?
“Tre anni fa abbiamo avviato un corso di ginnastica mattutino per adulti con l’intento di permettere alle casalinghe di potere riprendere dolcemente confidenza con i movimenti corporei. Il corso si svolge due giorni alla settimana ed ha luogo nel salone parrocchiale. Da citare anche il corso di taglio e cucito che ha lo scopo di insegnare il minimo indispensabile per potere eseguire lavori di cucitura, di taglio, di confezionamento abiti: è davvero molto interessante ed importante. Abbiamo anche un circolo culturale che promuove la visione di buoni film e anche la lettura di testi”.
Quali problemi vi trovate ad affrontare?
“Credo che le difficoltà non derivino da aspetti materiali, ma piuttosto dalla convinzione e dalla volontà di partecipazione che non sempre sono facili da trovare in chi si presta in questo tipo di attività: credo che non sia questione di compensi, ma piuttosto di sentire davvero ciò che viene fatto, il perché e la finalità. Parlare e spendere tante parole non è per niente difficile, mentre il praticare è cosa ben diversa. È necessario amore in ciò che fai”.
Soffrite la carenza di strutture e animatori?
“Gli spazi non mancano perché abbiamo a disposizione un bellissimo tendone, un salone alquanto ampio e delle stanze in un immobile attiguo alla nostra canonica. Per quanto riguarda gli animatori vedo che i vari gruppi sono condotti da un numero adeguato di giovani alquanto coinvolti ed entusiasti. A parer mio manca un coordinamento di attività tra queste diverse anime: esso potrebbe avvenire mediante un incontro mensile allargato a tutte le componenti per discutere assieme degli aspetti inerenti ogni gruppo”.
Che rapporto c’è fra parrocchia e circolo?
“Strettissimo, sono due realtà connesse e non vedrei un’esistenza del circolo senza la parrocchia, mentre potrei immaginare una parrocchia senza circolo, ma non sarebbe bello. Il nostro parroco rappresenta il punto di riferimento e la sua partecipazione ed il suo stimolo sono elementi fondamentali e richiesti per il buon proseguimento di ogni percorso.”
Cosa significa educare i giovani al giorno d’oggi?
“Vuol dire stare loro vicino, andare oltre noi e pensare a loro, senza però perdere se stessi. Io non sempre ci riesco e ammiro coloro che sono capaci di capire e donare facilmente. Penso, in particolare, alla figura grandissima di don Oreste Benzi, che aveva innata questa capacità di attrarre i giovani e dare tanto a loro come a tutti”.
Quali obiettivi vi ponete come circolo?
“Vorremmo offrire maggiore accoglienza e disponibilità, possibilmente aumentando le forme di attività. Però valuteremo perché pensiamo che la risorsa migliore è quel volontariato che non sempre è facile trovare”.
Matteo Petrucci