Enti di volontariato, ricerca scientifica, accademica e sanitaria, associazioni sportive dilettantistiche impegnate in attività sociali e servizi di welfare svolti dai Comuni. Sono le aree alle quali i contribuenti, al momento della dichiarazione dei redditi, possono scegliere di destinare il 5 per mille dell’Irpef. Gratuitamente, perché non si tratta di una tassa aggiuntiva: semplicemente deviando altrove la quota che altrimenti andrebbe automaticamente allo Stato.
In provincia di Rimini, per le dichiarazioni di quest’anno (riferite all’anno di imposta 2011) oltre ai 27 comuni ai quali i rispettivi residenti possono devolvere questa percentuale, sono 246 le realtà che hanno chiesto di accedere al beneficio, pubblicate sul sito dell’Agenzia delle Entrate. L’elenco apre con il Centro Pio Manzù per concludere con l’Asd Junior Rimini 1912. Tra le novità c’è la neonata Fondazione “Marco Simoncelli” mentre tra le parrocchie un fatto curioso è la presenza della sola “Santi Apollinare e Pio V” di Cattolica insieme (ma sotto un’altra voce) al suo centro di ascolto Caritas. Tra le Anspi parrocchiali compare invece solo il Circolo di San Raffaele (Rimini).
La concorrenza è alta, ma le scelte dei riminesi come si orientano?
Ai 27 comuni della provincia grazie al 5 per mille 2010 (ultimi dati disponibili) sono andate un totale di 3.189 preferenze per un importo complessivo di quasi 59mila euro. Le singole amministrazioni, nel rinnovare l’invito a ripetere la preferenza anche quest’anno, ringraziano. Eppure se si confrontano i numeri con quelli del 2006 – primo anno in cui è stata introdotta con la Finanziaria l’opportunità di destinare il 5 per mille ai Servizi sociali comunali – alle amministrazioni riminesi erano andate 9.569 preferenze. Il triplo, senza poi considerare i sette comuni dell’alta Valmarecchia che allora appartenevano ancora al campanile pesarese. L’importo complessivo invece era stato di 165.575,13 euro. Sicuramente un bel gruzzolo in più.
Solo nel capoluogo che nel 2010 ha attirato il maggior numero di scelte (598) guadagnando 11.643 euro, c’è stato un vero e proprio tracollo visto che nel 2006 le scelte erano state quattro volte tante: 2.335, per la bellezza di 44.797 euro. Al secondo posto, gli ultimi dati dell’Agenzia delle Entrate piazzano Santarcangelo con 535 preferenze e 8.200 euro, circa la metà delle 1.082 scelte del 2006 (da 18.707 euro complessivi). Al terzo Bellaria Igea Marina a quota 296 e 5.414 euro contro, rispettivamente, 609 e 9.944. Ma il crollo forse più elevato si è avuto a Riccione passata da 1.311 preferenze nel 2006 (allora il secondo miglior dato tra i comuni in provincia) ad appena 247 (da 21.249 a poco più di 5mila euro l’importo).
I Comuni prendono atto del forte calo di firme ed introiti a proprio favore. Alcune amministrazioni sottolineano come il trend sia cambiato di anno in anno anche a seconda delle campagne pubblicitarie.
I Comuni da noi interpellati, affermano di non essere ancora a conoscenza dei numeri del 5 per mille 2010 (pubblicati sul sito dell’Agenzia delle Entrate). E per quanto esigui rispetto al 2006, risultano a loro sorpresa addirittura superiori alle ultime somme pervenute. A Santarcangelo, con le dichiarazioni dei redditi 2009, 426 contribuenti hanno destinato la loro quota alle attività sociali comunali per un importo di oltre 7mila euro. Calcolando che all’ombra del Campanone la somma è arrivata qualche mese fa, il tempo necessario per intascare i frutti del 5 per mille è di circa due anni. “È vero che il trend è in calo – riconosce l’assessore ai Servizi sociali Stefano Coveri – ma il 5 per mille è un’occasione su cui fanno leva tante associazioni. E negli ultimi anni tra i beneficiari sono state inserite anche le realtà sportive. La concorrenza è esagerata”.
Ma chi rimane fedele al proprio comune di residenza, alla fine chi va a finanziare? In altri termini, dove vanno a finire questi soldi?
“Non hanno una destinazione specifica – continua Coveri – ma vanno a quelle attività che non hanno altre fonti di finanziamento, dal servizio Anziani al mare al volontariato fino al trasporto per portatori di handicap”. E se il 5 per mille finisse per tappare i buchi di bilancio? “Non succede – precisa Coveri -. È vero che le risorse sono in calo anche nel sociale e il fondo regionale per gli affitti, oggi non più disponibile, è un esempio lampante. Ma noi usiamo il 5 per mille solo per compensare queste perdite e a sostegno della povertà”.
A Bellaria Igea Marina il beneficio ha invece una destinazione precisa. Per scelta. “Noi lo usiamo per finanziare i progetti relativi all’handicap – spiega l’assessore Filippo Giorgetti – dall’educazione ai trasporti fino ai centri estivi, ma sempre per educatori di sostegno”. Lo stesso utilizzo si farà anche per le prossime entrate, probabilmente però ancora meno esigue. “Dal 2011 mi aspetto un ulteriore calo visto che non abbiamo fatto pubblicità. Alla fine ci sta che i fondi per i comuni siano calati: la scelta del 5 per mille è nata in un’ottica di sussidiarietà”.
Alessandra Leardini