Coi suoi 13 mila abitanti circa, la parrocchia di Santarcangelo è, fuori di dubbio, la più grande e popolosa della Diocesi. Qui tutto è grande, a partire della sua splendida chiesa ”Collegiata”, dal suo territorio, per finire coi suoi preti: don Giancarlo e don Stefano con l’aiuto di don Pietro.
Don Giancarlo Del Bianco è diventato parroco a Santarcangelo nel 2001, dopo la lunga esperienza di Morciano.
”Il vescovo Mariano mi ha chiesto di venire parroco qui anche perché c’era da realizzare un Centro parrocchiale, capace di accogliere i tanti giovani (e non solo) che frequentano la parrocchia. Purtroppo gli intoppi burocratici hanno ritardato enormemente la sua realizzazione … ed è solo in occasione di questa Visita Pastorale che possiamo porre la prima pietra”.
Con te, a tempo pieno per il lavoro pastorale, c’è don Stefano Sargolini. Ma noto che ti avvali anche della collaborazione di don Pietro Ceccarini e dei frati Cappuccini.
“Su don Stefano posso contare pienamente, poiché il Vescovo gli ha affidato questo compito. Don Pietro invece è rettore della chiesa del Suffragio e cappellano all’ospedale, perciò su di lui posso contare per collaborazioni indirette o particolari. Ed è già una collaborazione importante la celebrazione della messa al Suffragio per l’utilità di tante persone. Con i Padri Cappuccini abbiamo un rapporto di grande amicizia, ci aiutiamo sul piano pastorale. Le loro iniziative sono in sintonia con le nostre. Il gruppo ”OFS” (Ordine Francescano Secolare) è composto da una ventina di persone, la maggioranza delle quali è inserita e lavora in parrocchia.
C’è una bella amicizia tra noi sacerdoti, in particolare tra me e don Stefano. Con don Pietro pranziamo tutti i giorni insieme, ed è presente nei tanti momenti, soprattutto liturgici e della vita della parrocchia”.
Dovendo servire una comunità così numerosa e così vasta è ben giusto e necessario che il parroco si avvalga della collaborazione di altri sacerdoti. E i laici? E la presenza su tutto il territorio?
“Sono proprio i laici a garantire una presenza capillare della parrocchia sul territorio. Intanto va precisato che la parrocchia non è semplicemente un territorio o le sue strutture, ma la gente e tutti i battezzati che la compongono.
Per organizzarci al meglio e sollecitare così la maggiore partecipazione possibile dei laici, abbiamo suddiviso la parrocchia in cinque Zone che prendono il nome dalla loro caratteristica più evidente. C’è la Zona Centro, che riguarda ovviamente il centro della città; poi c’è la Zona PEEP-Villaggio Flora che raggruppa tutte le famiglie residenti sulla via Emilia verso Santa Giustina; sulla via per Verucchio, la Zona Pieve prende il nome dall’antica pieve romanica di San Michele in Acerboli, nostra chiesa matrice; a Nord, verso Savignano, abbiamo la Zona San Bartolo-Giola; ed infine a mare della via Emilia la Zona Stazione”.
Ma questa suddivisione della parrocchia non aumenta ulteriormente l’impegno pastorale dei preti?
“In un certo senso sì, ma lo facilita anche perché in ogni Zona si è formata un’équipe di persone che provvedono a organizzare iniziative proprie, a mantenere i contatti con le famiglie, a far giungere e tutti la lettera mensile del parroco … Insomma l’équipe è la lunga mano del parroco e senza di quella sarebbe impossibile gestire una presenza significata sul territorio. In alcune Zone poi, come alla Stazione o alla Pieve, abbiamo anche la chiesa a facilitare l’aggregazione e la partecipazione”.
Già, a proposito di chiese, quante ne dovete gestire?
“Di diretta responsabilità nostra, di noi preti della parrocchia, sono tre: la Collegiata, la Pieve e la Redemptor Hominis, alla Stazione. La Collegiata è ovviamente la chiesa parrocchiale madre: in essa si fanno tutte le celebrazioni comunitarie. Ma anche la Pieve e la Redemptor Hominis, trovandosi al centro di territori molto popolosi (insieme contano più di 2000 famiglie), sono indispensabili per un servizio religioso più vicino alla gente. Alla Redemptor Hominis poi abbiamo le Suore che curano con noi non solo la chiesa, ma anche le attività pastorali e l’animazione della Zona”.
Le Suore! A Santarcangelo, ricordo, c’è una particolarità che riguarda le Suore: sono tutte ”colorate”.
“È vero, qui non sono conosciute per la loro appartenenza alla famiglia religiosa, ma per il colore del loro abito. Così ci sono le ”Suore bianche”, Figlie dell’Immacolata e Suore Francescane dei Sacri Cuori; ci sono le ”Suore grigie”, più propriamente Sorelle dell’Immacolata, fondate da don Masi; ed infine le ”Suore nere” che appartengono alla Sacra Famiglia.
La loro presenza, coi loro diversi carismi, è un bene prezioso da custodire. Proprio per questo ci siamo impegnati a vivere tutti insieme (frati, suore e sacerdoti) un momento di preghiera, un’ora di adorazione mensile, per mantenere viva e visibile la nostra comunione e collaborazione. Naturalmente anche le Suore, ognuna con una propria rappresentante, fanno parte del Consiglio Pastorale Parrocchiale”.
Preti, frati, suore … laici responsabili delle singole Zone. E nel “governo” generale della parrocchia che peso hanno i laici?
“Mi pare che si possa dire che sono coinvolti a tutti i livelli, non solo nelle Zone. Per dare qualche numero: nel Consiglio Pastorale Parrocchiale ne sono chiamati 35 a condividere con noi il governo generale della parrocchia. Poi ci sono i 6 membri eletti nel Consiglio Economico, i Ministri istituiti (6 accoliti, 2 lettori, 35 ministri della Comunione eucaristica) … e ci sono i responsabili dei vari gruppi e Associazioni, fra cui l’Azione Cattolica, gli Scout e l’ANSPI. Poi ci sono i catechisti e le catechiste (una trentina) e gli educatori giovanili, che condividono con noi l’impegno e la responsabilità della formazione alla fede delle giovanissime generazioni. Insomma tutti i laici che hanno una qualche responsabilità diretta nella vita della parrocchia partecipano di per sé al buon andamento della Comunità”.
La tua parrocchia è grande e questi numeri ce ne danno le proporzioni. Suppongo allora che anche i gruppi di aggregazione siano numerosi…
“Sono una trentina e vanno dai gruppi dei ragazzoni di ACR (Azione Cattolica Ragazzi) e degli Scout, ai giovani di Azione Cattolica e alle giovani coppie di sposi. Non è il caso di enumerarli tutti, ma posso dire con soddisfazione che riescono ad aggregare dal 40 al 50% dei ragazzi anche dopo la Cresima.
Ci son però tre perle, fra i tanti gruppi, di cui vado orgoglioso (anche se non sono solo merito mio) e che non posso fare a meno di ricordare: Il Gruppo di Servizio, l’Associazione Beato Simone Balacchi e l’Associazione Incontro. Brevemente. Il Gruppo di Servizio è nato circa 40 anni fa con lo scopo di avvicinare ragazzi e bambini diversamente abili e le loro famiglie, cercando di offrire loro attività ricreative e momenti di festa. L’Associazione Beato Simone Balacchi ha come servizio principale il Taxi amico: un servizio rivolto alle persone anziane, disabili e alle persone in particolari difficoltà per la loro solitudine e mancanza di famigliari. Un gruppo di 18 autisti svolge gratuitamente e con entusiasmo, a turno, il servizio coordinato da un responsabile che riceve le richieste. Infine il gruppo L’Incontro, nato nel 2010 e formato da volontari e familiari di persone disabili, attratti dalla fraternità cristiana”.
Perle veramente preziose in una parrocchia, a testimoniare che la vita cristiana non si svolge solo o principalmente in chiesa. Però, fra le tante sigle di gruppi, ce n’è una che mi incuriosisce molto e che non riesco a spigarmi: il gruppo GAS.
“È un gruppo di persone di interesse sociale che ha deciso di fare la spesa in modo diverso: Gruppo di Acquisto Solidale. Pensa di promuovere una economia solidale e diffondere stili di vita sostenibili; cerca piccoli produttori che siano attenti all’ambiente, alla riduzione degli imballaggi, all’adozione di fonti di energia rinnovabili; Sceglie prodotti che non siano sfruttamento di uomini e dell’ambiente. Anche queste sensibilità sono dettate dalla novità del Vangelo e dalle esigenze della vita cristiana”.
Qui dobbiamo fermarci. Non abbiamo detto molto, ma come pensare di esaurire con una paginetta la ricchezza di una parrocchia così vasta?
Dopo Santarcangelo la Visita Pastorale apre la pausa estiva, ma invita tutte le Comunità già visitate o che si preparano alla visita, a partecipare alla Veglia di Pentecoste, quale segno di profonda unità e comunione col Vescovo.
Egidio Brigliadori