L’impeto creativo di Suzana Lotti lo rintracci nei volti di donna, nell’empatia riversata sulla tela, e in quella coloratissima poetica visiva che compone la sua opera pittorica. Linee giuste e cromia accesa che ora l’artista modenese d’origine ma riminese d’adozione (all’ombra dell’Arco d’Augusto vive e lavora da una vita, ormai) “esporta” persino a Londra, Inghilterra, ospite del Parallax Art Fair, dal 16 al 18 maggio, in occasione della quarta edizione di questa originale manifestazione di arte contemporanea.
“La proposta del dott. Chris Barlow (lo storico dell’arte e ideatore di Parallax, ndr) è giunta inaspettata. – confessa Suzana ancora emozionata – Vivevo per la verità un momento artistico di scoramento, la chiamata dello storico dell’arte londinese – che ha rintracciato le mie opere sul sito www.arsvalue.com, e la serietà del suo staff – in particolare Kyle Gregg – si sono tramutati in un ulteriore stimolo per proseguire il cammino artistico”.
51 anni, la Lotti approda con tre tele e un congruo numero di esposizioni alle spalle all’appuntamento londinese. E pensare che a scuola non ha mai dato del tu alla pittura. “Non sai disegnare, era il ritornello che ascoltavo”. L’amore per forme e colori però è stato più forte dei giudizi limitanti ricevuti. Tre anni fa Suzana si iscrive ad un corso dell’Università Aperta “G. Masina – F. Fellini” e sotto lo sguardo attento e stimolante del prof. Francesco Izzo, inizia a investire la tela con linee che improvvisamente sono diventate una strada. “Izzo consigliava di lasciar libero il potenziale che è in noi: non ho tecnica, non possiedo la pittura in senso classico, ma ho accolto quell’invito”. E come per incanto, i dolci volti immaginati da due stagioni a questa parte sono diventati tele dolcissime come “A mio padre. Autoritratto”, oppure il caleidoscopico “Gioia ritrovata”. Forza e irruenza Suzana ne ha da vendere, sulla tela come nella vita. “Dipingo d’impeto, vorrei che ogni segno arrivasse al cuore”. E cerca di carpire emozioni anche in chi acquista le sue opere. La prima l’ha venduta a Bagnacavallo, in occasione di un convegno. “Dipingo tele anche piccole, perché chiunque, anche chi abita piccole case, possa acquistarle, esporle e dialogare”. E poi via via alla Biennale di Ferrara, Milano, alla prima Biennale di Lecce che l’ha vista tra i finalisti, in occasione di esposizioni a Bologna, Firenze, Assisi. E su un catalogo Mondadori. A giugno prenderà parte anche al Premio Combat di Livorno. In attesa di fare le valigie destinazione Londra, parte della squadra italiana (composta da sei donne e due uomini) invitata al Parallax, al quale intervengono artisti da tutto il mondo, da oltre trenta Paesi. A Chelsea Suzana esporrà – oltre alla “Ragazza dai capelli verdi” selezionata da Barlow – anche “L’essenza” (un germoglio, nascita della vita), “Vortice di luce” e l’intensa “Madre curandera”, volti neri di donne che esprimono la forza che si mette in campo quando si vuol difendere qualcuno, come nel caso dei bambini rom che segue nel centro educativo. “I dolci volti dipinti da Suzana ci fanno capire come a volte la semplicità del tratto può esprimere al meglio la profondità dei sentimenti” ha scritto Salvatore Russo. Sull’arte visiva della Lotti si sono espressi positivamente anche i critici Sabrina Falzone e Pompea Vergaro. La sua pittura istintiva sia quando si traduce nei volti o prende la forma di paesaggi o arditi giochi cromatici, porta con sé sempre la certezza dell’emersione da qualsiasi profondità. “Qualunque sia l’abisso in cui è sprofondato l’animo umano – assicura la pittrice riminese – nella profondità più recondita troverà sempre una luce, un aiuto, una mano tesa”. Per riemergere, e dipingere nuovamente la vita.
Paolo Guiducci