È l’evento pastorale dell’anno, per la Diocesi di Rimini. Un accadimento di popolo, pubblico che dall’ombra del campanile si sposta in piazza per gridare a tutti la risposta alla domanda: “C’è una vita più umana di quella cristiana?”.
La veglia di Pentecoste 2012, che prende il titolo proprio da uno dei due slogan dell’anno pastorale “C’è una vita più umana di quella cristiana?”, dà appuntamento sabato 26 maggio a tutti i fedeli delle parrocchie della Diocesi (e non solo agli operatori pastorali in senso stretto), ai movimenti e alle associazioni ecclesiali in piazza Cavour a Rimini, per una serata di meditazione, canto e testimonianza.
La Veglia arriva a conclusione dell’anno pastorale, e segue le precedenti proposte diocesane: il convegno “Educare alla vita buona del Vangelo”, il pellegrinaggio al santuario Madonna di Bonora di Montefiore, la festa di Pentecoste al parco e l’assemblea diocesana al 105 Stadium.
Perché una Veglia e una veglia in piazza? Lo spiega il Vicario per la Pastorale don Tarcisio Giungi.
“È un appuntamento di grande unità della chiesa diocesana che intende mostrare in questa occasione la bellezza della vita cristiana.
Ci si poteva aspettare una convocazione in Basilica Cattedrale, la chiesa del Vescovo. Invece mons. Lambiasi invita la Diocesi all’aperto, in piazza Cavour, a Rimini.
“La veglia di Pentecoste intende essere un momento nel quale la comunità cristiana testimonia con gioia e con forza – per usare un termine paolino «con parresia» – che la vita che nasce dal battesimo è bella e profondamente umana. Lo «griderà» con gesti e con testimonianze molto concrete.
È un momento pubblico: i fedeli di tutta la Diocesi raggiungeranno piazza Cavour con quattro cortei che partono da altrettante chiese, quelle dei quattro borghi, originariamente le quattro porte di accesso della città. Simbolicamente è la città che accoglie la diocesi che converge in piazza, ovvero il luogo in cui si svolge la vita quotidiana, sede del Comune e del mercato”.
La chiesa riminese investe molto sulla Veglia. Il Vescovo non perde occasione per invitare tutti a questo appuntamento di popolo.
“Per questo l’invito è esteso non solo agli operatori pastorali (catechisti, ministri istituiti, collaboratori) ma a tutti i fedeli.
Questo per la Chiesa riminese è anche l’anno del battesimo: per questo motivo il Vescovo Francesco darà il mandato, a fine veglia, ai catechisti battesimali (una nuova forma di ministerialità nella Chiesa) e ai catechisti dell’iniziazione cristiana degli adulti. Il battesimo è il primo dei sacramenti, introduce nella Chiesa e alla vita cristiana. Questo aspetto tutto sommato ancora così normale nella nostra cultura e nel nostro territorio, rappresenta la dimensione più importante della vita della Chiesa perché ne costituisce la genesi: si generano nuovi cristiani, il futuro della Chiesa, sui quali soffia lo Spirito Santo e ai quali concede i suoi sette doni: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio”.
Paolo Guiducci