Chi ha dei figli lo conosce bene. Perché in un modo o in un altro tutti ci abbiamo avuto a che fare. È il fatidico periodo dei capricci. Il bambino inizia a non seguire più le regole, a protestare per qualsiasi motivo, a ripetere, con insistenza, parole del tipo voglio e no. Un periodo difficile per i genitori, a volte pieno di delusione, spesso di preoccupazione perché magari si teme che questo sia il segnale di un futuro carattere violento o la conseguenza di non essere stati all’altezza del proprio ruolo. E invece, secondo i pediatri, non c’è motivo di allarmarsi.
“I primi no sono una manifestazione tipica e naturale di quasi tutti i bambini tra i 2 e i 3 anni – sottolinea Giuseppe Di Mauro, pediatria e Presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps) – a volte anche a partire dai 12 mesi che, forti di una maggiore autonomia acquisita, iniziano a mettere alla prova se stessi e gli altri e a confrontarsi con il mondo che li circonda. È importante, però, stabilire alcune poche e semplici regole sulle quali non bisogna assolutamente cedere”.
I primi capricci, come sottolineato dal dottor Di Mauro, si verificano di solito intorno ai 2 anni, età in cui in media uno su cinque li fa almeno due volte al giorno.
“Quando accade non bisogna mai assecondare il piccolo e cedere a tutte le sue pretese. Un esempio tipico è quello delle mamme che hanno ripreso da poco il lavoro o dei papà che sentendosi in colpa per l’assenza, tendono a concedere tutto pur di conquistare il suo affetto. Contrariamente a quello che si pensa, invece, tenere in braccio un bimbo, non è un comportamento che induce al vizio”.
Il rischio che si corre maggiormente in questi casi è quello di essere troppo permissivi.
“Se non si interviene, il bambino viziato avrà dei problemi, specialmente nell’età scolastica: sarà poco accettato dagli altri coetanei, perché troppo egocentrico e arrogante, sarà mal sopportato dagli insegnanti perché insistente e poco docile, con conseguenze sul rendimento scolastico e sulla socialità. Crescendo, il bambino viziato diventerà un adulto infelice e poco motivato, incapace di affrontare i problemi”.
Ecco perché è fondamentale dare delle regole ben precise.
“Fate in modo che vostro figlio segua alcune piccole e semplici regole, non più di una ventina, che vanno impostate fin da piccoli: per esempio, stare nel seggiolino in auto, non picchiare gli altri bambini, andare a dormire e alzarsi dal letto all’ora giusta… Su queste regole siate intransigenti, non c’è motivo di discuterle”.
Facile a dirsi, difficile a farsi. Anche perché, spesso, i bambini iniziano a strepitare.
“Bisogna avere la capacità di distinguere tra necessità e desideri. Il bambino piange per necessità se ha dolore, fame, paura, sonno, o se è sporco; se piange perché desidera qualcosa potete decidere di accontentarlo oppure no; se piange per capricci la cosa migliore è ignorarlo, senza assumere atteggiamenti aggressivi o denigratori nei suoi confronti. I bambini fanno i capricci per ottenere l’attenzione, per farvi cedere, per riuscire a fare quello che vogliono. Non bisogna mai cedere ai loro capricci, semmai coccolateli per aiutarli a superare la frustrazione per i vostri no”.
Già, i no. Spesso i genitori provano anche a spiegare il perché di quel rifiuto, eppure…
“Non bisogna pretendere un rapporto paritario col proprio bambino finchè non è diventato adulto. All’età di 2 anni, parlare di regole è prematuro, si può iniziare a 4-5 anni a spiegare cosa è la disciplina e a stabilire insieme a lui norme e punizioni”.
Dai no ai momenti in cui è bene lasciarlo giocare da solo.
“È fondamentale insegnare al bambino a giocare da solo, già a un anno di vita può stare senza di voi anche 15-20 minuti; il bambino deve gradualmente imparare a non avere immediata gratificazione per quello che chiede, come succede nel mondo degli adulti. Non sentitevi in colpa se aspetta mentre cucinate, parlate al telefono, l’attesa infatti aiuta a rafforzare la crescita. Infine, evitate di stare continuamente con lui, rinunciando ai vostri spazi: il bambino deve imparare ad avere fiducia in voi anche senza avervi sempre vicini”.
Francesco Barone