Da un’emergenza all’altra. Perché dopo l’inferno bianco ora è arrivato il momento di fare i conti con i danni. Ingenti. Ingentissimi. Il solo Comune di Savignano parla di qualcosa come un milione e 230mila euro. Anche a Sogliano si fa di conto. E dalle prime indiscrezioni anche qui si parla di problemi milionari. Ma proprio il piccolo comune è stato protagonista di una bella storia. Protagoniste le monache carmelitane che hanno ospitato nella loro foresteria sfollati e persone che sono arrivate in aiuto ai soglianesi.
“Abbiamo spalato la neve dentro il convento – spiega la superiora, madre Marilla – e dal tetto con l’aiuto di alcuni bastoni. Poi abbiamo provveduto a dare conforto agli ospiti che arrivavano in continuazione. In pochi giorni ne abbiamo avuti a decine. Sinceramente siamo state molto centente di accogliere queste persone. Ci ha fatto sentire coinvolte e utili al nostro paese che ci ha sempre sostenuto”.
Ospiti che non hanno modificato i rimti di vita delle cinque giovani monache.
“Ci alziamo alle 4.45, alle 5.15 c’è la preghiera fino alle 8. Poi il lavoro che normalmente riguarda icone, preparazione di ritiri, veglie, l’orto dove però la neve ha bruciato tutto. Prepariamo bomboniere e piccole cose su commissioni. A mezzogiorno c’è la preghiera poi di nuovo al lavoro e alle 17 la Santa messa. Alle 20.30 un momento di ricreazione insieme e poi l’ultimo momento di preghiera e alle 22.30 tutte nelle celle a dormire”.
L’unica paura è stata per la corrente elettrica.
“Ogni tanto la luce andava via, soprattutto nella foresteria e c’erano problemi di riscaldamento. Però eravamo tranquille perché sapevamo di avere dalla nostra parte la Provvidenza che non ci abbandona mai”.
Nonostante tutto, però, i danni non sono mancati.
“Quelli maggiori a coppi e tetti. In più la vecchia chiesa del convento presenta problemi di staticità. E i nostri animali, che abbiamo ricoverato in convento, aspettano di tornare nei loro recinti”.
Il vostro futuro?
“Prima di tutto è quello della preghiera per la vita, dal concepimento alla morte naturale. Poi continueremo ad accogliere nella nostra foresteria anche dopo la neve, gruppi o singoli, per un momento di ritiro spirituale, poi ci saranno incontri di preghiera e soprattutto per diffondere la Parola di Dio e la cultura della vita”
Ermanno Pasolini