Rascel cantava “È arrivata la bufera”. Adesso c’è il blizzard. Diceva Carosone “Tu vo fa l’americano”. Amiamo l’imitazione di cose forestiere. Blizzard è parola inglese, ma tutti l’hanno pronunciata come si scrive. Non siamo poliglotti, e facciamo la figura dei polli. Tra cui mi colloco: nelle dirette televisive non ho visto mai quello che, in casa Fazio, ha detto l’illustre meteorologo Mercalli: davanti alla Biblioteca Malatestiana di Cesena ci sono 170 cm di neve.
Come per il blizzard di sua maestà, le cose sono andate un po’ allo stesso modo circa il discorso del nostro presidente del Consiglio. Intervistato da “Time”, ha trattato vari temi. I giornali li hanno capiti in una maniera, lui forse (forse, ripeto) sottintendeva ironicamente qualcos’altro. Un esempio: “Spero di cambiare la cultura e un certo modo di vivere degli italiani”. Monti però ha anche aggiunto: “La politica quotidiana ha diseducato gli italiani”.
Monti usa un vecchio trucco da acuto filosofo, quello di nascondere in un aggettivo il botto finale che si crede di trovare soltanto col punto della frase. Non ha voluto criticare la Politica in sé, ma quella da noi praticata. Erano i giorni in cui l’antica pietà verso i defunti si rivelava osceno paravento per finanziare partiti estinti, e soltanto grazie ad un senatore (da nominare cavaliere della Repubblica), accusato di aver fatto sparire qualcosa come tredici milioni di euro.
I quotidiani hanno semplificato: Monti vuole cambiare gli italiani. Hanno preso la scorciatoia più facile per creare paginoni in cui si sono lette anche belle verità. Savergnini sul “CorSera” ha scritto che da noi c’è tanta gente che non meritava di diventare lo zimbello del mondo. Aggiungo: le cose più interessanti su Monti ed i suoi ministri, di recente le hanno scritte dei giovani lettori della “Stampa”.
Margherita Fabbri, 29 anni, economista fiorentina in trasferta dal 2008 (Belgio, Perù, Usa), ha detto alla signora Cancellieri (secondo la quale i nostri ragazzi sono mammoni): ai giovani “da anni non viene offerto non solo un briciolo di possibilità, ma neanche un minimo di rispetto (e la sua dichiarazione ne è una prova)”. Sergio Sulmicelli, 17 anni, studente siciliano, è andato al sodo sulla bellezza della mobilità sostenuta da Monti: lo Stato “deve garantirci la possibilità al lavoro” e deve cambiare la Scuola, con “un impegno maggiore sul fronte delle competenze e delle conoscenze”, e più fondi alla ricerca. [1069]
Antonio Montanari