Diciamolo subito, per sgombrare il campo: nella stagione 2008-2009 il Rimini finì in serie C per colpe soprattutto sue. Per decisioni alquanto discutibili. Dalla vendita nel mercato di gennaio di Daniele Vantaggiato e Francesco Lunardini, all’esonero di Elvio Selighini (nella foto) per sostituirlo con Guido Carboni, l’allenatore più retrocesso del mondo. Senza contare le due partite con l’Ancona dove i biancorossi potevano cambiare la loro storia. Certo è, però, che dopo le confessioni che hanno sconvolto il mondo del pallone, fatte da Carlo Gervasoni e soci, quello che emerge è che in quella stagione maledetta molte partite furono truccate. Una su tutte: quella datata 23 maggio che vide il Piacenza affrontare il Mantova. I virgiliani all’epoca stavano lottando proprio con il Rimini per cercare di evitare la retrocessione. Secondo Gervasoni il Piacenza lasciò campo libero al Mantova in cambio di denaro che la società virgiliana fece consegnare ai piacentini dalle mani di Passoni. Tre punti che permisero ai biancorossi di salvarsi raggiungendo quota 51, lasciando il Rimini a 50 (Ricchiuti e compagni, però, non andarono oltre l’1-1 per un rigore generosissimo regalato al Pisa al 90’) e quindi a giocarsi tutto nell’ultima partita che poi persero 2-0 con il Cittadella. Ma non è finita perché nella stessa giornata si giocava Albinoleffe-Ancona. Gli orobici erano avanti 3-1 quando si seppe la notizia che proprio il Pisa era retrocesso in C1. A quel punto i dorici ribaltarono addirittura il risultato centrando i play out. Gervasoni nei vari interrogatori disse che quel 3-4 fu frutto di un pagamento in denaro da parte di Colacone, Turati e Mastronunzio, proprio l’uomo che decise la retrocessione del Rimini. Insomma, uno schifo totale. Adesso, però, il Rimini, nelle vesti della Cocif, potrebbe chiedere i danni come hanno fatto tante altre società. Il minimo dopo la truffa ricevuta.
Francesco Barone