Sentendo i tg nazionali, mi ronzava in testa un qualcosa che non riuscivo lì per lì a cogliere. Poi, finalmente, il ricordo di un’audiocassetta trovata in casa da bambino e usata per far pratica col mangianastri. Una raccolta di Pio Trebbi, il cantante santarcangiolese che visse la sua stagione di gloria col Clan Celentano. Dentro c’era “Nevicava a Roma”, canzone che portò a Sanremo nel ’70 in coppia con Rascel. La cassetta non so più dov’é, ma con Google e Youtube basta un clic per recuperare testo e video. Il brano racconta di un romano che, durante l’inconsueta nevicata, è folgorato da una splendida apparizione: “Era tutto un pizzo straordinario il Gianicolo per me, quando tra milioni di farfalle tutte bianche ho visto te”. Ma sono altri i versi oggi a colpirci, che paiono scritti di ’sti giorni: “Nevicava a Roma e la gente si chiedeva: ma cos’é? Questa neve a Roma fa impazzire i romani come me”. E, sempre dall’inesauribile web, scopro che il clementino Trebbi in realtà è nato a Maiolo. Proprio in quel Montefeltro che oggi, sepolto dal nevone, irride la capitale per la reazione a pochi centimetri di neve. (“Tranquillo Alemanno, vi veniamo a salvare noi”, recita la celebre foto scattata a Pennabilli). Le radio locali avranno senz’altro ripescato il brano per accompagnare i capitolini impazziti nel traffico sotto la neve, presumibilmente nella versione romana doc di Rascel. Ma chissà se qualcuno si è ricordato dell’elegante e sorniona versione di quel romagnolo che, a 40 anni di distanza, suona un po’ come come “na presa per”. Sottile come la neve a Roma.