Rimini come Milano. Quasi. Con qualche euro in più. La città famosa al mondo per il suo turismo di massa, quando si parla di taxi diventa un territorio d’élite, paragonabile al capoluogo milanese. Il più caro in fatto di “auto bianche”. Un esempio: la tariffa al chilometro lombarda è di 1,03 euro mentre scendendo in Riviera si sale a 1,30 euro; lo scatto all’apertura del tassametro è di 3,20 euro a Milano contro i 4,80 romagnoli. E non è finita. Se per i passeggeri d’oltre pianura Padana il bagaglio a carico non costa nulla, da noi ogni valigia in più pesa sul conto circa 50 centesimi. Senza accorgersene l’ha confermato lo stesso Stefano Pulazza, portavoce della Cooperativa Tassisti di Rimini, sostenendo che in Italia ci sono le tariffe più basse rispetto agli altri stati europei: “Per sette chilometri a Oslo spendi 27 euro, a Ginevra 30 euro, a Milano 14 euro”. E a Rimini? “Considerando una giornata senza traffico, senza supplemento notturno senza bagagli il passeggero spende attorno ai 13/14 euro”.
La ricetta Monti non piace. Finora l’hanno sempre scampata. Ad ogni tentativo di liberalizzazione sono sempre riusciti a fare muro, costringendo il Governo in carica ad accantonare qualsiasi tipo di riforme. Questa, sarà la volta buona? Tremano all’idea i 180 tassisti della provincia riminese, 71 solo nel comune di Rimini. “Questo tipo di provvedimento ci metterebbero in serie difficoltà”, fa sapere il portavoce.
Due i punti chiave della riforma sui quali manterranno il pugno di ferro: “Abolizione della territorialità e cumulo delle licenze”.
Che vuol dire?
“Noi vogliamo che il taxi rimanga ancorato al territorio che ha emesso la licenza e non siamo d’accordo sul cumulo, ovvero di alternare più soggetti all’interno dell’auto”.
Licenze “antiche”. Non solo. Resta sempre aperta la polemica sulle licenze. Una delle ultime risale addirittura a vent’anni fa. Negli anni Novanta il tempo si è fermato. Oggi la mappa delle licenze è praticamente uguale ad allora. Rimini ha 71 licenze, Riccione 28, Cattolica 24 e Bellaria 15. Tutte le altre “auto bianche” sono seminate tra Misano, Santarcangelo e parte dell’entroterra.
Una licenza, se venduta, può andare dai 100mila euro in sù. “Per noi la vendita del permesso è come una buona uscita”, spiega Stefano Pulazza. E fino ad ora il parco licenze si è rinnovato solo in questa maniera, ovvero vendendo, con o senza auto inclusa.
La storia. Giorgio Baldacci, tassista avviato alla pensione, ha acquistato la sua licenze nel lontano 1986 per 25 milioni di lire comprensivi di automobile.
“È chiaro che l’intento sarebbe passarla al mio unico figlio, come già fanno in molti”.
Infatti, il passaggio di padre in figlio, come fosse un’attività commerciale, non è pratica desueta. Liberalizzare le licenze, “vorrebbe dire creare confusione e mettere in gravi difficoltà chi lavora di questo”, dichiara Pulazza. “Qui a Rimini il lavoro è poco, negli anni non è aumentato ma si è diversificato distribuendo l’attività non solo nella stagione estiva, ma anche durante fiere e congressi”.
Marzia Caserio