Si è conclusa a metà dicembre l’edizione 2011 della Scuola Diocesana per Operatori Pastorali (SDOP) che, per sei lunedì consecutivi, ha visto la partecipazione di circa 350 persone divise in due turni (pomeriggio e sera).
Confermando un modulo abituale, ogni appuntamento è stato diviso in due parti: una lezione comune nella quale si è recuperato e approfondito il valore dell’itinerario catecumenale proposto dal Rito per l’Iniziazione Cristina degli Adulti e, nella seconda parte, un laboratorio rivolto a cinque tipologie di operatori pastorali: catechisti battesimali, ministri straordinari della comunione, incaricati per la pastorale liturgica e biblica, catechisti, accompagnatori di coppie in situazione difficile o irregolare.
Il grande afflusso di persone, agevolato dal recupero del turno pomeridiano, ci conferma sul valore e sul bisogno di questa formazione. A percorso concluso e avendo letto i questionari compilati dai partecipanti, si possono fare alcune considerazioni che possono contribuire alla verifica e a continuare questo impegno formativo:
– la grande partecipazione a questo evento formativo – ormai nella tradizione della nostra Chiesa diocesana – è l’espressione della vitalità delle comunità parrocchiali e delle aggregazioni che non cessano di chiamare e coinvolgere sempre nuove persone nel servizio ecclesiale; dei quasi 350 iscritti di quest’anno il 60% circa partecipava per la prima volta alla SDOP;
– il Progetto formativo della Diocesi, soprattutto nelle prime fasi, richiama ad un coinvolgimento nella formazione delle zone e dei vicariati, ma è evidente che la formazione a certe ministerialità può essere svolto solo a livello diocesano;
– la SDOP, oltre che essere un momento di formazione individuale, è vissuto da molti partecipanti come una proficua occasione di incontro con altri operatori pastorali che, con la loro presenza e testimonianza, arricchiscono la conoscenza della realtà ecclesiale: forte è la domanda a dare sempre più spazio allo scambio delle esperienze, alle testimonianze e al coinvolgimento dell’assemblea o dei gruppi nei laboratori;
– la soddisfazione vissuta nell’accogliere certi spunti di riflessione è stata espressa da molti manifestando l’esigenza di una ricaduta di certi contenuti e di certe attenzioni nelle parrocchie o nelle zone;
– rimane la difficoltà di capire bene cosa significa “fare laboratorio”; rispetto a questo momento si manifestano le esigenze più diverse (dall’attenzione alle questioni più pratiche richieste dall’esercizio di un determinato servizio ecclesiale, all’esigenza di uno scambio di esperienze nel gruppo);
– molto apprezzata è stata la trasmissione in streaming delle lezioni comuni così come la possibilità di riascoltare o rivedere gli stessi incontri registrati; in prospettiva questa modalità potrà essere sempre più valorizzata proprio volendo ricuperare alcuni interventi nei contesti locali.
don Andrea Turchini