Rimini, San Marino e le quattro ruote. Ancora una volta sono loro le protagoniste delle polemiche tra Italia e Titano. O per meglio dire, tra la Rupe e il Comune di Rimini. Due le problematiche: le multe non pagate e il costo della benzina. Partiamo dalle prime. Non più tardi di una decina di giorni fa, da Palazzo Garampi, come da altre sedi comunali, è partita l’ennesima crociata contro i sammarinesi che non pagano le contravvenzioni elevate in Italia. Pronta la risposta. Dai dati che del dipartimento degli esteri si apprende che su 3221 sanzioni al codice della strada elevate da Gendarmeria, Guardia di rocca e Polizia civile, a italiani, un quarto risultano ancora non pagate e difficilmente lo saranno. Sono, infatti, 849 le multe non ancora riscosse, con un importo medio di oltre 100 euro a sanzione, pari quindi a circa 100mila euro all’anno. Il motivo è molto semplice, a differenza di quanto accade in Italia, sulla Rupe non c’è la riscossione coatta. <+cors>“Quindi <+testo>– dicono dalla Repubblica – <+cors>è inutile che da Rimini si continui con queste accuse infondate. Noi le multe le paghiamo, ci mettono un po’ ad arrivare, ma le paghiamo. Gli italiani, come si può capire dai dati, no”<+testo>.
Dalle multe al costo del carburante. La manovra economica del Governo Monti, in Italia, ha alzato i prezzi alle stelle e puntualmente sono iniziate le file infinite ai distributori della Repubblica. Anche perché, costi alla mano, il risparmio al litro è davvero notevole: più di 10 centesimi sia su benzina sia su gasolio. “Una convenienza – sottolinea il gestore di una pompa – che durerà poco perché a breve arriverà l’aggiornamento dei prezzi così come previsto dalla convenzione bilaterale tra i due Stati”.
Francesco Barone