Seminari, corsi, stages. Tutti rigorosamente con tematiche mediche. Una nuova scuola di medicina a Rimini? Sì ma non una scuola come le altre: per una volta va in scena l’etica. L’etica medica. L’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rimini si è riunito in consiglio nel luglio scorso e ha posato il primo mattone della nuova scuola di formazione di etica e deontologia medica che sarà operativa fin dal prossimo anno.
Un percorso che inizierà con seminari e incontri aperti ai medici laureati e iscritti all’ordine anche se è previsto il coinvolgimento di altri soggetti, e si ipotizza anche un incontro con la cittadinanza.
Medico e paziente:
un rapporto che cambia
“In un’epoca come la nostra in cui la scienza che avanza pone sempre nuovi interrogativi ai medici che spesso si trovano a dover decidere da soli, giorno dopo giorno– spiega il presidente dell’ordine dei medici di Rimini Maurizio Grossi – e di fronte al cambiamento del rapporto tra medico e paziente, che ha perso la sua caratteristica paternalistica per trasformarsi in alleanza terapeutica, vogliamo con questa scuola creare un punto di riferimento per lo studio, il confronto e l’approfondimento”.
La nuova scuola di etica medica è stata presentata durante il convegno La professione medica tra etica, bioetica e deontologia tenutosi a inizio dicembre. Tante le tematiche che sono state affrontate, in questo momento di confronto, e in molti casi sono state rovesciate alcune delle canoniche convinzioni relative alle tematiche mediche e in particolare del rapporto tra medico e paziente. In particolare, rispetto a quest’ultimo aspetto, si pensa al paziente come ad un soggetto che avrebbe bisogno di maggiore attenzione da parte dei camici bianchi accusati di visite frettolose e poco dialogo.
Che volto avrà
il medico del futuro?
La figura di medico del futuro è quella di un professionista della salute attento alle nuove problematiche sociali: dall’immigrazione, coi suoi tanti dilemmi etici (a seconda della religione del paziente si aprono diversi scenari e scelte in tema di nascita, morte, malattia), ai tanti altri mutamenti sociali del tempo in cui viviamo.
“Pensiamo a come in tema di etica sono cambiate le cose in questi anni. – ha spiegato il prof. Sandro Spinsanti bioeticista che opera a livello nazionale – Faccio un esempio, se vent’anni fa un medico si trovava di fronte ad una vedova che voleva avere un bambino attraverso il seme del marito deceduto, il medico poteva assecondare la richiesta. Mentre nel 1995, anno in cui è nato il codice deontologico dei medici, avrebbe dovuto rispondere di no a quella donna. Dal 2004 grazie ad una legislazione in merito, rispondere sì a quella richiesta rappresenta un reato”.
Ma se in questi casi la legge ha stabilito chiaramente cosa è possibile e cosa no, vi sono infinite altre situazioni in cui le sfumature sono meno nette.
“Il paternalismo del medico in vigore fino al secolo scorso – continua Spinsanti – prevedeva che di fronte ad una malattia decideva il medico cosa fare, senza bisogno del consenso del malato, ma questo modello che a mio parere aveva aspetti anche positivi, non è più legittimato dalla società. L’autorità del medico dovrebbe concretizzarsi in questo motto: più di un consiglio e meno di un ordine in una sorta di nuovo paternalismo ma questa volta libertario”.
Non solo cure ma
educazione alla salute
Tutti concordi invece nel ritenere che il medico, oltre a garantire al paziente le cure appropriate, debba fornirgli l’educazione alla salute. Tutto ciò apre scenari molto attuali dove il professionista deve far leva sulla propria integrità per evitare di cadere in conflitto di interesse e partecipare a traffici volti ad allargare il numero di persone malate.
“Si possono fare molti soldi dicendo alle persone sane che sono malate” è la frase tratta da un articolo di un giornalista scientifico che Spinsanti ha voluto riportare per far capire il rischio di strumentalizzare anche la malattia per trarne profitto.
Tornando ad una visione più ottimistica della professione medica possiamo notare quanto fin dal passato i professionisti della salute si sono impegnati per creare percorsi a tutela dei pazienti.
<+nero>La prima deontologia<+testo_band>
I primi codici di deontologia medica risalgono ai primi anni del secolo scorso. Da allora tanta strada è stata fatta: <+cors>“Per uniformare le tante direttive che a livello nazionale i diversi ordini dei medici si sono dati <+testo_band>– ha spiegato il Presidente dell’ordine dei medici nazionale Amedeo Bianco – <+cors>è nata di recente la carta Europea di Etica Medica di Kos. Nell’impossibilità di creare un unico codice deontologico per i vari paesi europei è stata pensata questa carta comune per uniformare i principi fondamentali”<+testo_band>. Una necessità nata soprattutto dopo la direttiva che nel 2005 ha permesso la libera circolazione dei medici in Europa che ha reso necessario stabilire dei valori etici condivisi.
Silvia Ambrosini