Consuelo è timida e ha difficoltà nelle interrogazioni orali, ma ora ha recuperato tutto. Jessica ha terminato l’anno senza debiti e pensare che alcune materie le risultavano proprio difficili. Villy, nomignolo affibiatogli da un’insegnante, è albanese ed è riuscito finalmente a imparare l’italiano.
Siamo a Portofranco, in una delle sedi riminesi dell’associazione che ha la sua sede principale a Milano.
Nata da un’idea di don Giorgio Pontiggia, sacerdote milanese, scomparso qualche anno fa, che aveva dedicato la sua vita proprio all’educazione dei giovani, Portofranco si propone come centro di aiuto allo studio (gratuito) e luogo aperto a tutti dove incontrare i giovani partendo dai loro bisogni concreti. Più di mille volontari ogni anno, in tutta Italia, garantiscono un sostegno gratuito e individuale ai tanti studenti che si rivolgono all’associazione.
Incontriamo Consuelo con sua madre presso la parrocchia di San Giovanni Battista di Rimini, una delle due sedi riminesi (l’altra è la parrocchia di San Vicinio).
La ragazza è stata bocciata al liceo artistico ed è molto chiusa di carattere tanto da far fatica ad esprimersi. “Grazie agli insegnanti che abbiamo trovato qui a Portofranco così disponibili e sensibili, mia figlia ha recuperato tutto, anche le difficoltà che aveva in scienze e italiano” spiega la madre.
Jessica frequenta l’Istituto Alberghiero e per un po’ di tempo aveva interrotto gli studi. È all’ultimo anno ed è un po’ intimorita per l’esame, ma “l’anno scorso ho terminato l’anno senza debiti e tutto grazie a loro” esclama sorridendo indicando le insegnanti di Portofranco. “Il fatto– aggiunge – è che qui puoi studiare materie come economia aziendale o storia in tutta serenità. Io vengo quando ho un’interrogazione in vista o ho bisogno di maggior sostegno”.
Proprio questo bisogno di sostegno si avverte nei discorsi di molti ragazzi che vengono qui.
“Il ragazzo però non è mai considerato un esecutore – ci tiene a sottolineare Gabriella Giavolucci, presidente riminese di Portofranco – ma anch’esso protagonista, soggetto che porta un contributo al lavoro che viene svolto”.
È proprio il metodo basato soprattutto sull’autonomia del giovane a risultare vincente, capace di togliere dalla “strada” anche quei ragazzi che non trovano altro luogo dove trascorrere il pomeriggio in maniera costruttiva.
Un luogo come questo dove, per tre ore al pomeriggio, alcuni insegnanti o comunque volontari si rendono disponibili a dare una mano ai ragazzi a fare i compiti. Il metodo utilizzato tende a considerare i ragazzi a seconda dei propri bisogni, non solo quello di andare meglio a scuola. Occorre “guardare i ragazzi” considerando la persona nella sua globalità e storia di vita.
“Qui non facciamo ripetizioni – spiega ancora Gabriella -. Gli insegnanti vengono per ritrovare un amore per l’insegnamento che non sia stretto nei tempi e nei programmi della scuola. Le persone vengono aiutate cercando di tirare fuori il loro potenziale, responsabilizzandole, cercando di capire perchè un ragazzo ha difficoltà proprio in quella materia. Spesso c’è dietro una storia personale che può riguardare ad esempio difficoltà familiari”.
Un lavoro a tutto tondo che si è guadagnato l’approvazione del Comune che ha inserito i progetti di Portofranco nei piani di zona. “Studiare è bello l’anno scorso – racconta la coordinatrice Ida – ed Essere educati per educare quest’anno, sono le attività partite grazie anche alla collaborazione di altre associazioni a livello nazionale”.
L’anno scorso hanno frequentato Portofranco 100 ragazzi, sia femmine che maschi tra cui 14 stranieri, chiedendo aiuto nelle più svariate materie: dalla matematica al latino, da elettrotecnica a diritto e tecnica turistica. C’è molta richiesta. “Sarebbero benvenuti insegnanti o professionisti. Persone che possono dedicare alcune ore a questi ragazzi. In particolare per materie come chimica, inglese, latino e greco (chiunque fosse disponibile può contattare il 338/9384556)”. L’appello è lanciato. La soddisfazione per un lavoro svolto insieme e la gioia dei ragazzi per “avercela fatta” sono la miglior ricompensa per le ore trascorse sui libri insieme a loro.
Silvia Ambrosini