Cara Iva, quanto ci costi? Gli effetti dell’ultima manovra finanziaria e, in particolare, dell’aumento dell’aliquota al 21%, si fanno sentire. Le associazioni dei consumatori avevano avvertito: se l’Iva sale di un punto – questa la previsione di Adoc e Codacons a livello nazionale – i prezzi dei prodotti interessati dal “ritocco” (scheda a lato)potrebbero aumentare ancora di più. Detto, fatto. Anche nel Riminese, in ottobre, molti beni e servizi hanno registrato aumenti consistenti. I dati dell’Ufficio Rilevazione Prezzi al Consumo del Comune di Rimini e commentati nell’ultima puntata di Tutto Rimini Economia, il talk show di Icaro Tv a cura della redazione del mensile TRE, parlano chiaro: in ottobre, l’aumento medio dei prezzi dei circa 800 beni presi in esame, ha raggiunto il 4%. “È il dato più alto dall’inizio dell’anno” commenta la responsabile Susanna Mangianti sottolineando come gli aumenti registrati e “dovuti principalmente a questa manovra”, riguardino non solo i prodotti direttamente interessati dall’aliquota al 21% (347, il 48% del paniere). Un esempio è dato dai generi alimentari. “In questo caso – continua Mangianti – l’aumento rispetto a settembre è dell’1,1% mentre rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (base annua) sale al 2,5%”. Ma sono i trasporti a conoscere il dato inflazionistico più alto: +7,6% rispetto a ottobre 2010 e +0,6% su settembre. Restando in tema, i carburanti salgono rispettivamente del 18,1 e dell’1,7%, le automobili del 2,9 e dell’1,2%, motocicli e ciclomotori dell’1,9 e dell’1%. C’è poi da considerare il trasporto pubblico, già interessato lo scorso giugno da una vera e propria “salassata”. “Un effetto delle manovre passate – nota Mangianti -. A giugno i biglietti Tram sono aumentati su base annua del 20%, gli abbonamenti del 22%. Numeri enormi per una famiglia”. Dopo i trasporti l’impennata più alta è quella della voce “abbigliamento e calzature” che segna un +7,4% su base annua e un +1,3% mensile. Altri aumenti consistenti riguardano “bevande alcoliche e tabacchi” (+5,6 e +3,7%) e le utenze di acqua, luce e gas (+5,9 e +1,5%). “Se l’Iva è aumentata dal 20 al 21%, non ci ritroviamo” riepiloga Mangianti. Il direttore di Confesercenti Rimini, Mirco Pari, non è d’accordo: “Non è vero che i prezzi crescono più dell’aumento dell’Iva” e aggiunge che diversi negozianti hanno scelto di non applicare nessun aumento perché “consapevoli che aumentare i prezzi in questo periodo, vorrebbe dire comprimere pesantemente i consumi”. Se le statistiche dipingono una città sempre più cara, la realtà per Pari è un’altra: “È vero che nei listini c’è l’aumento aritmetico, ma il dato non coglie la dinamicità del mercato e il fatto che le nostre attività commerciali stanno aumentando sconti e vendite promozionali per far fronte al calo dei margini delle imprese”. E punta il dito sugli aumenti dei trasporti e delle utenze sottolineando che “sulla media del +4% incidono soprattutto queste voci”. Mangianti rincara la dose: “I tagli agli enti locali potrebbero causare ulteriori aumenti anche nei prossimi mesi. Un esempio è la tariffa rifiuti che varia una volta l’anno: è probabile che nel 2012 si abbiano pesanti effetti>”. Ma è il caso anche del gas: “A Rimini dall’inizio del 2011 abbiamo registrato solo tassi inflattivi positivi e consistenti: +7,2% a gennaio, +9,6 a luglio e +13,3% in ottobre”. Un trend che “brucia”.
Alessandra Leardini