Il popolo dei donatori di sangue compie 75 anni. Ma ancora non è grande abbastanza per farcela da solo. L’appello dell’Avis riminese è inequivocabile: “Si può dare di più”.
A svelarci storie e numeri è Severino Culiani, presidente dell’associazione ma prima di tutto donatore con alle spalle 90 sedute “e se il limite ultimo non fosse stato fissato a 67 anni, ne donerei ancora”.
Un po’ di numeri. Culiani parte con i dati.
<+cors>precedenti, ma è chiaro che si potrebbe fare di più. Al 31 agosto la sede comunale ha raccolto 3.169 sacche, mentre l’intera provincia ne ha contate 10.374”.
Numeri parziali di un territorio che si dà da fare ma che non sempre riesce a soddisfare le richieste.
“Basterebbe qualche sacca in più per rendere tutti tranquilli”.
Pensare che da un paio di anni a questa parte si sta verificando un fenomeno molto strano.
“Di solito il periodo più difficile è quello estivo, invece in agosto abbiamo raccolto 434 sacche a dispetto delle 403 del mese di giugno. Mentre luglio è rimasto nella media con 416. Certo, lo scarto non è tanto ma per noi fa una gran differenza”.
Una differenza che si nota anche rispetto al 2010 quando con il solleone erano pervenute 398 “salvavita”, mentre in luglio, 390.
Rimini, zoccolo duro. Lo zoccolo duro è la città di Rimini, la sede comunale più corposa per numero d’iscritti e donatori attivi, circa 4.900 (dati del 2010).
“Ma siamo sempre lì – spiega Culiani – se rapportiamo il dato alla popolazione, circa 136mila abitanti, non è neanche il 2%. A noi basterebbe anche un 1% in più per stare più sereni”.
A donare, purtroppo, sono sempre gli stessi “mentre ci vorrebbe un riciclo”.
Obiettivo giovani. Proprio per questo tra gli obbiettivi che da tempo l’Avis si è prefissata c’è quello di creare un parco donatori più ampio, puntando soprattutto sui giovani.
“In questo senso ci muoviamo nelle scuole, è lì che svolgiamo campagne di sensibilizzazione, in cui rientra anche il concorso di idee La donazione di sangue fra i banchi di scuola. Ormai siamo ramificati in tutti gli istituti e proprio in questi giorni incontreremo i presidi di comuni e provincia”.
E a quanto pare i riscontri sono positivi: nel 2010, infatti, ci sono state 450 nuove adesioni (per la maggior parte ragazze) che sono scese a 350 dopo tutte le analisi del caso.
“Di questi poi 290 sono passati a essere donatori veri e propri, e il 60% continua ancora a donare”.
Pensare che potrebbero essere molti di più anche perché, nonostante l’ago faccia paura, non è che si doni sangue tutti i mesi, anzi. Le donne, per esempio, possono farlo al massimo per due volte l’anno mentre i maschietti per quattro.
L’identikit del donatore. Tornando ai donatori, dopo Rimini il comune più virtuoso è quello di Riccione con 1.600 iscritti; seguono Santarcangelo, a cui è stato accorpato Verucchio, con 1.500; Bellaria con circa 700 e Coriano con un giro tra i 400 e i 500. Non solo. Incrociando i dati si può risalire alla classe d’età del donatore più attivo. A farla da padrone la fascia tra i 40 e i 50 anni con il 35%; a seguire quella dai 20 ai 30 e, infine, dai 50 ai 60. Certo, solo freddi numeri, perché poi, le storie, quelle umane, sono un’altra cosa: per esempio quella del riminese Paolo Vallicelli, al momento uno dei donatori più proficui con 160 sacche all’attivo, oltre a quelle del plasma. Tutti donatori in buona salute e con uno stile di vita equilibrato perché altrimenti si rischia la sospensione.
“Può succedere che il ciclo dei prelievi venga sospeso per qualche mese quando il medico riscontra delle anomalie, tra le quali il comune calo della ferritina, problemi legati a viaggi in zone a rischio di malaria”
Il 7 ottobre, per esempio, sul portale online dell’Avis è stata annunciata la sospensione per 28 giorni dei donatori che, anche se per poco, hanno soggiornato in Israele, Grecia e Turchia. Motivo, in questi paesi si sono verificati casi d’infezione da West Nile Virus.
E i vegetariani? Una domanda che spesso viene fatta ai volontari dell’Avis è se i vegetariani possano o meno donare sangue. La risposta è sì. Ma con un accorgimento: mangiare molti latticini e molte uova per non rimanere a secco di vitamina B12, importante per la sintesi dell’emoglobina.
La festa. Domenica, intanto, è in programma la Festa del Donatore. Edizione numero 75. Un’altra occasione per capire come un piccolo gesto può salvare una vita.
Marzia Caserio