Per i sammarinesi è stata una settimana mica simpatica. Prima la bocciatura di Giulio Tremonti con la conseguente esclusione dalla “White list”, poi la conferma dell’ufficio di programmazione economica e statistica: sulla Rupe, vivere, costa di più. Tra gennaio e giugno, infatti, i prezzi sono saliti di un punto in percentuale. E, manco a dirlo, quelli più cari sono i prodotti alimentari e gli articoli per la casa. Cala, invece, la spesa per la salute. I numeri, come detto, sono del giugno scorso e vedono la spesa per pane, frutta e verdura in ascesa, come del resto quella per la riparazione di mobili ed elettrodomestici. Della serie, quando la crisi è pesante, meglio mettere a posto che comprare qualcosa di nuovo. I numeri, del resto parlano chiaro: i sammarinesi hanno speso un +37% per “rattoppare” i propri elettrodomestici. Tornando per un attimo ai prodotti alimentari, da gennaio a giugno,risultano aumentati di due punti percentuali. Più “salati” anche the, caffè e cacao (del 7.2% sullo scorso anno), meno spesa invece per acque minerali e bevande analcoliche (-3.9%). E comunque, se il paniere risulta in generale più caro (lievitato di 2.29 punti percentuali rispetto al 2010), vi sono al suo interno voci al ribasso. I servizi sanitari, come dicevamo all’inizio, hanno fatto registrare un calo, minimo, ma sempre un calo. Segno meno anche per le comunicazioni per le quali le famiglie hanno speso nel primo semestre di quest’anno lo 0.4%. In aumento anche i servizi di ristorazione e ricettivi, i cui prezzi sono saliti dello 0.2%. Insomma, conti alla mano, dire che vivere sulla Rupe è un vantaggio, è sbagliato.
Laura Genestreti