Riparte uno dei franchising di maggior successo della storia del cinema: parliamo della saga del Pianeta delle Scimmie che ebbe i “natali” nel 1968 con il film di Franklin J. Schaffner con Charlton Heston, seguito da altri quattro titoli, il discusso remake del primo film di Tim Burton nel 2001 più una serie televisiva ed una in animazione. Ora il restartcon L’alba del pianeta delle scimmie dove si racconta delle cause che portarono alla conquista della terra da parte di intelligenti primati.
Il film sceneggiato da Rick Jaffa e Amanda Silver riprende il personaggio di Cesare, lo scimpanzè che nel ciclo originale salta fuori nel quarto episodio, ma con una storia nuova per molti versi. Siamo ai giorni nostri e il dottor Will Rodman (James Franco) è ossessionato nella ricerca di una cura contro l’alzheimer, malattia che affligge proprio suo padre (John Litghow) e sperimenta vaccini su scimpanzè, con l’effetto di creare una scimmia intelligente, Cesare. Lo scimpanzè guiderà una rivolta scimmiesca contro gli umani per ritrovare la libertà perduta. Sui titoli di coda si apre una porta su una nuova, possibile puntata…
<+cors>L’alba del pianeta delle scimmie<+testo> è un buon film, con effetti speciali sorprendenti: via le maschere ed i costumi “pelosi” del passato e largo al digitale, con le movenze del veterano e bravissimo Andy Serkis “catturate” dal computer per dar vita a Cesare. Il digitale qui non soffoca le emozioni e la personalità di Cesare, il suo rapporto con il dottore, la sua rabbia crescente nei confronti degli esseri umani che vedono le scimmie solo come esseri inferiori e pericolosi emergono con intensità in una pellicola che dosa effetti e narrazione, anche se qualche passaggio risulta più frettoloso (ad esempio il rapporto tra il dottore e la sua compagna, interpretata da Freida Pinto). Ma il resto funziona egregiamente e bastano 105 minuti per disporre di uno spettacolo di buon livello.